“Book Of Black” è musica magica, musica che ci trasporta in remoti, post-apocalittici e selvaggi mondi di fantasia, luoghi oscuri e pericolosi nei quali altre creature, altre entità, altre essenze intrecciano il loro cammino e le loro storie con quelle degli esseri umani. Un mondo, però, che non è solamente eroico ed avventuroso, perennemente in bilico tra luce ed ombra, tra peccato e redenzione, ma che è anche ricco di angoli mistici e trascendentali nei quali è possibile connettersi alle forze invisibili che regolano gli universi e ritrovare, in questa energia cosmica, il proprio io più puro e ancestrale, quello che, spesso, nascondiamo agli altri, per timore di apparire strani, di subire giudizi ingrati o peggio ancora di rendere palesi le nostre debolezze e le nostre fragilità.
Ed invece in questo territorio sonoro cupo e primordiale, nel quale, in qualche remota taverna, tra angeli caduti giù dal cielo o diavoli scacciati dall’inferno, è possibile incappare in un’esibizione dei Black Sabbath o degli Alice In Chains, è sempre possibile liberare ciò che di più torbido e di più armonioso, di più pacifico e di più caotico, di più amorevole e di più rabbioso, vive e respira dentro di noi. Intanto i riff di chitarra possono divenire più incisivi e più minacciosi, le ritmiche di questi otto brani possono assumere una cadenza drammatica e teatrale, le sonorità del disco possono assumere un sapore lisergico e penetrante, risvegliando, di conseguenza, le ombre e i fantasmi che credevamo sepolti in profondità, nel tempo passato o nelle ferite cicatrizzate. Ma non abbiate timore, ascoltatori del libro, perché, per quante possano essere le nubi che si concentreranno all’orizzonte, avremo sempre un martello d’acciaio tra le nostre mani, un martello con il quale aprire un varco nel muro di morbosa oscurità che tenta di sbarrarci il cammino.
Musicalmente il disco fonde elementi metallici e psichedelici, senza, però, dimenticare la sua visceralità blues, ovvero quel substrato vivido di emozioni, di esperienze e di ricordi che lo rende particolarmente predisposto a tramutarsi nello strumento con cui esprimere la nostra empatia e la nostra vicinanza nei confronti di tutti i viandanti, di tutti i vagabondi, di tutti gli spiriti erranti, di tutti i cercatori di verità e di giustizia, i quali, incuranti del dolore e della sofferenza, procedono imperterriti tanto in questo mondo fantastico, quanto nel nostro.
Comments are closed.