venerdì, Dicembre 27, 2024
Il Parco Paranoico

Blush, PVA

Mik Brigante Sanseverino Febbraio 15, 2023 Dischi Nessun commento su Blush, PVA

L’acido ed accattivante intreccio di sonorità punk e techno è una formula assolutamente vincente e coinvolgente, ideale per veicolare messaggi che spronino le persone a liberarsi delle sovrastrutture artificiali che intrappolano la loro emotività, le loro passioni e la loro umanità. Compartimenti stagni che creano un mondo a due uniche, sterili e contrapposte tonalità. O si è dentro o si è fuori, o si è giusti o si è sbagliati, o si è buoni o si è cattivi.

Non ci resta, dunque, che uniformarci ed accettare questo arido ed invasivo meccanismo di controllo, mentre le sonorità elettroniche di “The Individual”, di “Bunker”, di “Comfort Eating” cercano di metterci in guardia da quelle forze che tentano di ridurre a brandelli la nostra vera essenza. Intanto “Hero Man” ci rammenta, con le sue ritmiche martellanti ed ipnotiche, che non c’è più spazio per la fragilità, per la debolezza o per l’empatia.

Allontaniamoci l’uno dall’altro, isoliamoci, viviamo chiusi nelle nostre minuscole stanze, pensando che il mondo virtuale sia l’unico mondo nel quale vale la pena creare rapporti e relazioni sociali; una dimensione esclusivamente digitale che, però, a ben vedere, è fondata sulla menzogna, sull’ipocrisia e su canoni estetici del tutto forvianti ed irreali, che, alla fine, collasseranno nei synth avvolgenti di “Seven” e nelle modulazioni oscure di “Untethered”.

Questi undici brani rappresentano l’evoluzione naturale del dancefloor, ogni angolo, ogni spazio, ogni luogo può trasformarsi in un’occasione per rifiutare quelle subdole censure che avviliscono e annichiliscono la nostra personalità, le nostre diversità, le nostre percezioni e le nostre vere necessità, obbligandoci a vivere come degli automi, per i quali, oramai, nulla ha più senso, nemmeno nutrirsi, muoversi, comunicare o sognare. È tutta una questione di azioni ripetitive, di algoritmi, di mode temporanee che si susseguono all’infinito, di finte e di narcotizzanti zone di comfort ai quali i PVA tirano i loro colpi viscerali a base di acid house, di groove techno e di trame post-punk, che, dal vivo – quando la band inglese ha la possibilità di trasmettere tutta la propria energia analogica – irrompono, con gioia stroboscopica, nelle nostre grigie e cupe esistenze, prima che l’incubo ci schiacci per sempre.  

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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