“Ummagumma Reload” è una narrazione sonora di frammenti, di frammenti passati e futuri che si mescolano tra loro, in maniera accattivante e suggestiva, alla ricerca di una verità perduta. Una verità che, un tempo, era nota a chiunque, ma che, adesso, in un’epoca di “analfabeti carnali”, analfabeti sentimentali, analfabeti umani, può vivere solamente negli antichi miti, nelle fiabe, nel nostro inconscio, negli arcani che custodiscono i segreti più oscuri dell’universo.
Ed è proprio una favola, ironica e bizzarra, ad accompagnare questo lavoro: il Maiale e l’Asino rappresentano noi stessi, il modo con cui interagiamo e ci relazioniamo con il tempo. Possiamo averne consapevolezza, possiamo assaporarlo in ogni suo passaggio, anche in quelli che sono più faticosi e pesanti, oppure possiamo ignorarlo, convincendoci di vivere in un magnifico, ricco, appagante ed eterno presente. La scelta è solamente nostra.
Intanto, racchiuse da due composizioni elettroniche strumentali – una rivolta al passato più remoto ed ancestrale dell’umanità, quello di Ade e di Persefone ed una rivolta al futuro, ai meandri più misteriosi ed inesplorati dello spazio cosmico – due brani più brevi tentano di rimettere al centro del discorso sonoro il nostro turbolento, ammalato e brutale presente.
“The Fly” ci ricorda quanto sia importante essere liberi, richiamandosi ad una libertà che, però, non è quella dettata dal consumo, dagli affari, dai ricavi e dal mercato, ma è quella che ci permette di avere una propria storia da vivere, una propria strada da percorrere, delle persone da incontrare o abbandonare, conoscere o attendere in silenzio, mentre immaginiamo altri orizzonti e altre prospettive, con la certezza che esse non sono solamente parte di uno stupido sogno, ma si tratta di qualcosa che possiamo davvero creare. “The Narrow Way” ci rammenta, invece, quanto siamo lontani, nella nostra realtà, da questa libertà: viviamo in una società estremamente individualista, egoista e solitaria, ci perdiamo nelle nostre bugie virtuali, bramiamo il nuovo paio di Nike o altri oggetti che pensiamo, erroneamente, essere assolutamente necessari alla nostra felicità, mentre, nel frattempo, il nostro mondo muore, ogni sentimento si trasforma in una minaccia pronta a farci del male – il così detto dito tenuto sul grilletto – e bombe e missili vengono giù dal cielo, provocando morte, sofferenza, dolore.
Non ci resta, allora, che isolarci, nasconderci, far finta che vada tutto bene. Questo, infatti, è quello che vorrebbero che facessimo e cioè rinunciare al nostro spirito critico, alla verità, alla libertà, alla giustizia ed essere solo un altro, piccolo, fragile, debole pezzettino di carne, in mezzo a tanti altri pezzettini identici ed altrettanto incapaci di fare la differenza, di esprimere il proprio dissenso e di avere quella massa critica necessaria a riprendere il pieno controllo delle nostre scelte, del nostro tempo, del nostro pianeta e di tutti quei frammenti che costruiscono le nostre esistenze.
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