giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

Hotel Moderno, Leland Did It

Mik Brigante Sanseverino Marzo 2, 2023 Dischi 1 commento su Hotel Moderno, Leland Did It

Oggi, più che mai, noi, esseri umani, abbiamo perduto la capacità di avanzare e di crescere verticalmente, raggiungendo, di conseguenza, stadi superiori di conoscenza del nostro inconscio, dei nostri sentimenti, della nostra emotività e delle nostre percezioni, anzi siamo rimasti del tutto invischiati in una palude digitale, iper-tecnologica ed orizzontale, assolutamente statica e senza sbocchi. Sprofondiamo, sempre più, in questa dimensione fasulla ed ossessiva, mentre teniamo strette in mano vecchie e consumate cartoline ingiallite – testimonianze di un tempo trascorso – che continuiamo a fissare, con drammatica e sognante malinconia, mentre il mondo, tutt’intorno a noi, sta andando in rovina.

Il progresso al quale avevamo affidato le nostre anime e i nostri corpi, li ha, letteralmente, fatti a pezzi, costringendoci a vagare in una landa arida e moribonda, scandita dalle guerre, dai conflitti, dalle ingiustizie e dai fantasmi del passato, senza alcun rispetto per la vita delle persone. Intanto i nostri occhi restano abbassati, fissi sugli schermi luminosi degli smartphone che continuano a drogarci con le loro bugie, le loro eterne ed irraggiungibili bellezze, i loro rassicuranti consigli, trasformandoci in dei veri e propri zombi, gli ultimi testimoni della decadenza e della fine della cultura occidentale, intenti solamente a cercare un rifugio tra le macerie, magari un vecchio albergo nel quale fermarsi e ricordare.

Hotel Moderno è uno di questi ultimi rifugi sonori del mondo, un rifugio di trame indie-rock, di divagazioni elettroniche, di ritmiche scarne e spigolose, di melodie sinistre e distorte, di storie eroiche e dolorose, di leggende capaci di andare oltre il bianco e il nero, mostrandoci la realtà più sfuggente e blueseggiante, quella obliqua e imprevedibile, quella che non si lascia definire, catturare, contenere e controllare. Quella stessa realtà che noi, gli ingrati, i viziati, i deformi, abbiamo, spesso – a volte per paura, a volte per opportunismo – finto di non vedere, privandola del suo contenuto di verità e nascondendolo altrove: in un sogno, in un assolo, in una fantasia, in un delirio, in una delle stanze all’ultimo piano, magari in una di queste dieci canzoni, in attesa che qualcuno, prima o poi, ne riscopra il messaggio e lo diffonda, nella speranza, ovviamente, che ci sia ancora qualcuno in grado di ascoltare, di emozionarsi, di farne tesoro.     

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

1 Comment