Grade 2 non cerca commistioni, ammiccamenti o divagazioni post-qualcosa, ma propone, in chiave attuale, un punk crudo e carismatico, un punk che non si perda in inutili, ridondanti e superficiali rivisitazioni delle leggendarie narrazioni del passato, ma sia in grado di confrontarsi, nel corpo e nella forma, con quelle che sono le dinamiche e le tendenze della società attuale.
I bassi profondi, le voci squillanti, le ritmiche abrasive, le sonorità aspre e grintose ci raccontano storie che non perdono mai la speranza e che tentano di convogliare rabbia ed aggressività in un percorso positivo che ci sproni ad essere meno omologati, meno aridi, meno individualisti, meno proni, meno impegnati ad emulare mode, comportamenti ed atteggiamenti che, tutto sommato, non ci appagano, non ci rispecchiano e non ci soddisfano, ma servono, semplicemente, a riempire le nostre giornate di oggetti, di gingilli, di bigiotteria tecnologica che ci impedisca di pensare, di renderci conto del tempo che stiamo sprecando inutilmente e di tutte le persone, le passioni e gli affetti che stiamo trascurando.
“Grade 2” è una liberatoria scossa contro tutte queste sciocche sovrastrutture virtuali, scandita da un punk-rock senza fronzoli, che ama essere diretto ed ostinato, senza, però, perdersi nel torbido nichilismo del suo remoto passato, ma mantenendo sempre chiaro, nel cuore e nella mente, quello che dovrebbe essere il finale lieto di questo excursus sonoro di quindici brani, ovvero quello di riconquistare la propria veemente, onesta, pura e vibrante autenticità. Possiamo, quindi, tranquillamente gettare il nostro sguardo sulle dinamiche umane, musicali ed artistiche delle grandi band degli anni Settanta ed Ottanta, da The Business ai Buzzcocks, passando per i Bad Religion e gli Overation Ivy, fino ad arrivare alle radici primordiali del garage-rock e del proto-punk degli Mc5 e The Stooges, ma non dobbiamo mai perdere di vista quelli che sono e saranno il nostro cielo, la nostra terra e il nostro mare, tutto quello che sarà, in pratica, il nostro vero testamento generazionale, ciò che ci lasceremo dietro, simbolo di quanto siamo stati deboli o forti, ottusi o lungimiranti, liberi o vincolati.
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