“Domomental” è un passaggio a prima vista insignificante, ma in realtà non sai dove ti condurrà. Non puoi sapere quali mondi ti verranno svelati non appena ti getterai in questa accattivante, ipnotica e misteriosa tana strumentale del Bianconiglio, tra sfumature di matrice progressive-rock, post-rock e psichedeliche.
Intanto nuove leggi fisiche riscrivono le regole dello spazio e del tempo, ne assumono il controllo, facendo sì che la musica possa coesistere in luoghi e in tempi differenti: essa è, contemporaneamente, eterea e materiale, intima ed aliena, evasiva e concreta; è una tregua rilassante, ma è anche l’indomita sollevazione dei nostri sensi narcotizzati ed assuefatti, alla riscoperta di percezioni celate in un passato antico, puro, primordiale e selvaggio, mentre questo intreccio di trame cosmiche e cinematiche ha un effetto assolutamente tonificante ed appagante sulle nostre menti stanche, afflitte e disturbate.
Inutile, infatti, continuare a mentire e fingere di essere felici o di sentirsi soddisfatti di questa omologante, morbosa ed arida quotidianità, dei suoi tanti impegni, dei suoi innumerevoli divieti e delle sue ossessive competizioni. A questo arrendevole, finto, misero e monolitico presente, sempre identico a sé stesso, convinto di essere sempre nel giusto, sempre perfetto, sempre bello, sempre corretto, i Sabbia contrappongono i loro suoni magmatici, irrequieti ed eterogenei, in perenne e salvifica migrazione da un immaginario all’altro, oltre qualsiasi barriera politica, filosofica o sociale, oltre qualsiasi opinabile punto fermo, con un’unica certezza e cioè quella circolare dell’eterna divisione e congiunzione delle energie, delle idee e delle emozioni custodite in ogni singola creatura vivente.
Tagliare, dividere, de-assemblare e ricostruire sono i momenti identici che si ripetono in un susseguirsi giocoso di vibrazioni, di stagioni, di sensazioni, di groove lisergici, di sintonie improvvise, di risonanze e di dissonanze che, invece, sono sempre peculiari, interessanti e diverse tra loro, in un processo umano e musicale che ci arricchisce, ci forma, ci diverte e soprattutto permette alla tensione accumulata di trovare una strada costruttiva, pacifica e benevola. Tutto ciò plasma, sia attorno, che dentro di noi, una vera e propria colonna sonora di riflessioni e di rifrazioni, di ombre e di bagliori, di eventi reali e di opportunità, di sogni e di passioni che ci rendono sempre più consapevoli, più maturi, più forti e più consci di essere parte di qualcosa che va molto al di là di quella che è la visione liberista e patronale del mondo. Ma abbiamo, però, assolutamente bisogno di un disco, una musica, un approccio, una scintilla che inneschi, finalmente, questa rivolta emozionale.
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