23L’urgenza è quella di riprendere il contatto con la realtà; con quella realtà che non è quella che viene narrata dai media compiacenti; non è quella di cui leggiamo, sempre meno frequentemente, sui giornali; non è quella che costruiamo, tramite le nostre preferenze, le nostre ricerche e i nostri cookie, in rete; non è quella che descrivono, per i loro interessi di parte, i politici o i sindacalisti, i giornalisti o i nuovi e vecchi opinionisti.
Non è una realtà che pretende di essere, necessariamente, giusta. Non pretende di essere, per forza di cose, civile, intelligente, buona, sana, efficiente, utile o politicamente corretta. Anzi essa è, sempre più spesso, dalla parte del torto, quella medesima parte che, come un buco nero, ci attrae dentro di sé, privandoci dell’indispensabile coraggio per concepire un’idea originale, per esprimere un’opinione critica o, semplicemente, per provare un sentimento vero.
Ecco, dunque, da cosa nasce quest’urgenza, dal fatto che il nostro sangue si sta fermando, non scorre più; così come sembra essersi congelato ed arreso il nostro tempo che pare, perennemente, il solito, precario e feroce presente. Un presente nel quale nulla più ci sconvolge e niente sembra destare la nostra compassione: nessun mostro, nessuna guerra, nessuna violenza, nessun fantasma del passato, nessun muro, nessun bambino senza speranza, né pane, né carne, nessuna madre che piange i propri figli.
Ci piace vaneggiare di diritti o di libertà, comodamente seduti sui nostri divani occidentali, ma tralasciando ogni nostra responsabilità e riducendo ogni cosa ad una mera valutazione di vantaggi e di svantaggi, di costi e guadagni, di opportunità da sfruttare, preoccupandoci, alla fine, solamente, di tenere i nostri culi al sicuro, fingendo di non accorgerci di tutti i pazzi, di tutti i criminali, di tutti gli assassini ai quali, anche dalla nostra parte, affidiamo il telecomando del futuro, mentre una valanga di parole inutili, di parole fasulle, di parole digitali, di parole artificiali, di parole morenti, di parole vuote spazza via qualsiasi forma di umanità.
E senza umanità non potrà mai esserci alcun progresso, alcuna soddisfazione, alcuna felicità, alcuna sicurezza, nonostante tutte le armi, i missili, le bombe ed i proiettili i nostri governanti decideranno di fabbricare, nonostante tutti i nuovi confini vorranno istituire, nonostante tutti gli inutili beni rifugio, temporanei e transitori, verranno offerti, di volta in volta, in cambio della propria anima, del proprio silenzio e della propria coscienza, alle persone comuni.
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