Il rock-blues dei GA-20 guarda all’epoca d’oro delle chitarre, a quei sfavillanti decenni Sessanta e Settanta nei quali le divinità delle sei corde camminavano tra i comuni mortali, concedendo loro il sacro dono della conoscenza profonda delle proprie percezioni ed emozioni più intime, grazie alla furiosa e chiassosa energia delle loro esibizioni dal vivo. Eventi che, ormai, purtroppo, hanno perduto il loro contenuto di verità, finendo per essere stritolati nei meccanismi mediatici, tecnologici e liberisti dello show-business.
Giorni fortunati ai quali la band americana offre il proprio tributo di sudore, di impegno, di dedizione e di passione, mentre il cielo di Loveland, Ohio si colora di rosso cremisi e le distorsioni spezzano quelle assurde ed invisibili catene che ci costringono a vivere, costantemente, all’ombra delle nostre rinunce e delle nostre delusioni, sotto il peso opprimente delle nostre stesse fobie, in primis il timore persistente di essere additati e guardati con disprezzo da una società che crea e distrugge, in continuazione, i propri miti e che ha perduto, per sempre, ogni ideale, ogni aspirazione, ogni riferimento, accettando, supinamente, di sacrificare il proprio spirito critico per un’esistenza che vogliono farci credere sia facile, comoda e conveniente, ma che, in realtà, è misera di contenuti, ripetitiva e fasulla.
Questo live, dunque, contrappone, ad un presente senza futuro, l’antica e rumorosa tradizione blues, le cui radici penetrano in substrato remoto di lacrime, di soprusi, di sfruttamento, di negazioni e di povertà; un substrato che non ci ha mai abbandonato, ma ha semplicemente imparato ad adattarsi e cambiare il proprio aspetto, senza, però, mai perdere il gusto di mietere le proprie vittime tra le persone più deboli e più fragili. In tal senso la musica dei GA-20 è attuale, è vera, è pulsante, è il fuoco che riscalda le gelide notti dell’inganno, è il coraggio che smaschera le nostre nauseanti certezze, è la forza selvaggia e liberatoria che scuote i corpi indolenziti ed assuefatti dalle mode, dagli influencer, dalle piattaforme social di massificazione e di controllo, dalla bugie con le quali continuiamo a riempire le nostre giornate piatte ed infelici.
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