Attenzione, perché l’urgenza ci ammazzerà, è lei – con il peso di tutte le sue false narrative – il nostro peggior nemico, quello che disinnesta i nostri sogni e le nostre passioni, rendendoci solamente un oggetto, un banale schema comportamentale, un elemento dell’ingranaggio – del tutto identico a miliardi di altri sostituibili e altrettanto sfortunati ingranaggi – il cui unico scopo deve essere quello di servire il potere, quello di accrescere il potere, quello di sfamare il potere, quello di proteggere il potere, quello di consentire al potere di perpetuarsi, indipendentemente dai luoghi, dai tempi e soprattutto dalle generazioni che esso, sistematicamente, truffa, cattura, droga o narcotizza.
“Party Zero” affonda le sue unghie sonore nelle periferie metropolitane, nel grigiore dell’asfalto consumato dalle storie e dalle stagioni, in un noise-rock sfumato, inebriante e lisergico che ha il sapore stravagante e ancora puro della no-wave degli anni Ottanta, di un’epoca nella quale il narcisismo tecnologico contemporaneo non aveva distrutto l’originalità, la bellezza non conforme a canoni estetici prestabilita, l’imprevedibilità, la voglia di evadere dal pensiero maggioritario e di proporre schemi che non fossero già stati validati e industrializzati dal sistema economico globalizzato, quello che ci rende così tristi, così scontati, così piatti, così superficiali, così sicuri del proprio arrogante conformismo, da non aver più alcun bisogno di imparare, di ascoltare, di dubitare, di cercare altre risposte ed altre prospettive.
Ovviamente, alla fine, resterà solo una delusione rabbiosa ad accompagnare le macerie di un pianeta distrutto dalle nostre stesse politiche liberiste, mentre bugiardi ed imbroglioni privi di scrupoli diventano manager, governatori, amministratori, deputati, senatori, presidenti di grandi nazioni o salvatori della patria, ma è evidente che essi non salveranno alcunché, se non loro stessi, i loro oscuri interessi e la loro cricca di “amici degli amici”.
I Live Skull, testimoni di una New York epica e irrequieta, pericolosa e bizzarra, mitica e psichedelica, melodica e tagliente, oltre che di un rumore capace di trasformarsi in vera e propria poesia urbana, ci chiedono esattamente questo: ma abbiamo davvero bisogno di questi eroi?
Una domanda che, oggi, brucia davvero dentro ciascuno di noi.
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