L’elegia oscura di un’anima inquieta è così che si presenta, al mondo, il nuovo album degli I, Captain. Disco nel quale lo stoner rock della band finlandese di tinge di drammaticità metallica doom, di sfumature psichedeliche darkeggianti, mentre il loro sguardo tenta, invano, di penetrare i meandri del nostro stesso inconscio, laddove trovano riparo e ristori i fantasmi e le ombre, che, un tempo, erano, magari, volti rassicuranti, episodi gioiosi, sogni inconfessati.
Ed adesso ogni cosa appare distorta, c’è solamente un arido solco ed è giunto il momento di riempirlo con le divagazioni magmatiche di questo nuovo album, lasciando che questi sette brani, con la loro densa e robusta presenza sonica, rendano nuovamente fertile il terreno, facendo sì che speranza e pace non siano solamente parole vuote e prive di significato concreto.
Ecco, dunque, l’altra faccia di questo splendido disco, quella di un vero e proprio rituale sciamanico elettrico e fuzzeggiante, il cui scopo è diradare le menzogne che ci impediscono di vedere, liberare l’aria che respiriamo dalla cenere tossica che ci invade i polmoni, il sangue e la mente, facendoci vivere in una replica perenne delle medesime scelte ed azioni, imprigionati – nel fisico e nello spirito – nelle nostre droghe più o meno virtuali e tecnologiche, mentre altri, nascosti dalla nebbia dell’oppressione e della falsità, brindano, contenti e soddisfatti, alle nostre sciocchezze, alle nostre fobie e ai nostri errori di comprensione.
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