giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

End Of The World, Public Image Limited

Mik Brigante Sanseverino Agosto 29, 2023 Dischi Nessun commento su End Of The World, Public Image Limited

Lasciamo perdere, per un attimo, le discutibili posizioni politiche dell’ultimo John Lydon, quello che si invaghisce di Trump o che predica il necessario, patriottico e reazionario isolamento professato dai sostenitori della Brexit, e partiamo dalla fine di questo disco, dalla canzone più fragile e più oscura, quella che chiede di non esser dimenticata, consapevole del fatto che tutti i viaggi finiscono, prima o poi, e che a coloro che restano non rimane che sopportare il peso della propria solitudine, della propria malinconia, di tutte quelle domande alle quali è impossibile dare una risposta concreta.

Dentro di noi, però, custodiamo quei ricordi che, come isole perdute in un immenso oceano, ci permettono di non impazzire, di trovare un appiglio, un sostegno, qualcosa con cui contrastare il senso di impotenza e quel dannato dolore che chiede sempre più insensibilità, sempre più indifferenza, sempre più droga, sempre più morfina.

“Hawaii” costituisce il punto fermo sonoro di questo ultimo album dei Public Image Limited, “End Of The World”, un album crudo e, allo stesso tempo, compassionevole e spavaldo, bisognoso – per sentirsi davvero vivo – della sua incoerenza infantile, dei suoi storici nemici di sempre, delle sue ossessioni, del suo costante bisogno di stupire, nonostante, oramai, viviamo in un’epoca nella quale nulla più ci stupisce davvero e ogni cosa, vera o finta, buona o cattiva, transita, solo per pochi minuti, nelle nostre menti.

Non deve sorprendere, dunque, se non sono più le intemperanze, le cazzate o le posizioni politiche controverse di questo vecchio Pistol a scandalizzarci o a smuovere le nostre coscienze assopite e assuefatte, bensì è il suo naturale, umano, condivisibile e salvifico dolore nei confronti della perdita di una persona cara. Un lato romantico esiste, quindi, anche nella bizzarra personalità di John Lydon, nei suoi improvvisi attacchi di rabbia, nei suoi atteggiamenti volutamente assurdi e contraddittori, nelle sue decadenti melodie post-industriali che giungono alla considerazione estrema che non c’è alcun bisogno di avere degli eroi, non è un peccato esser tutti dei poveri codardi, tanto il mondo è finito.

Ed anche se la smettessimo di costruire tutti questi centri commerciali o di ammazzarci per il denaro, non cambierà nulla. Troveremo altro, perché siamo solamente dei miserabili scrocconi, degli idioti ignoranti che amano assaporare il gusto dolce del massacro, della guerra, della violenza, della prevaricazione, del proprio io che predomina, incontrastato, sui propri simili, mentre l’album – tra momenti musicalmente bui ed altri, invece, luminosi – chiude il cerchio di un altro prezioso, unico e irripetibile viaggio.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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