giovedì, Novembre 7, 2024
Il Parco Paranoico

Salernitana, we don’t need no education

Mik Brigante Sanseverino Settembre 30, 2023 Parole Nessun commento su Salernitana, we don’t need no education

Che i Pink Floyd amassero il football è una storia abbastanza nota. Avevano, persino, fondato una loro squadra di calcio, della quale Roger Waters difendeva i pali, mentre David Gilmour era l’ala destra, chiamata “First Eleven”. Una squadra che Storm Thorgerson, autore di leggendarie copertine dei loro album e non solo, immortalò per promuovere la raccolta, nel Dicembre del 1973, “A Nice Pair”, nella quale la EMI, tentando di sfruttare il successo commerciale di “Dark Side Of The Moon”, aveva deciso di concentrare i primi due storici album della band inglese: il primo d’ispirazione decisamente barrettiana ed il secondo nel quale, comunque, l’influenza artistica ed umana del pifferaio magico era ancora notevole. La foto fu scattata prima di un incontro tra i pinkfloydiani e i marxisti del nord di Londra e, per la cronaca, vide quest’ultimi trionfare con un “sonoro” – è il caso di dirlo – 4 a 0.

Ma già qualche anno prima, nel 1971, nell’album “Meddle”, i Pink Floyd – nonostante per 3/4 fossero accaniti tifosi dell’Arsenal – avevano dimostrato il loro amore per il calcio e il fascino che il mondo dei tifosi esercitava sulla loro musica, lasciando che, alla fine del brano “Fearless”, si potesse ascoltare il leggendario coro con cui i supporters del Liverpool sostenevano i Reds: “You’ll Never Walk Alone”. E visto che la registrazione fu eseguita durante uno degli accesi derby cittadini, tra il Liverpool e l’Everton, nel brano è anche possibile sentire un urlo “Everton, Everton!” che viene, puntualmente, coperto dai fischi dei tifosi del Liverpool che giocavano in casa quel match.  

E per una canzone – “Fearless” – che parlava, appunto, di determinazione, di volontà, di coraggio, del fatto di non lasciarsi andare e continuare, imperterriti, a scalare la faticosa collina, senza preoccuparsi di ciò che accade più in basso, degli stolti che indossano le loro fasulle corone da re o dei magistrati che pretendono di giudicare e punire chiunque sostenga posizioni contrarie alla massa – quel coro sul procedere attraverso la tempesta e non aver timore dell’oscurità, doveva, ovviamente, apparire come una conclusione ideale.

Ma questa storia, in realtà, di determinazione, volontà, coraggio e di cuori ricolmi di speranza non è finita e non finirà mai, perché, oggi, ai nomi del First Eleven, dell’Arsenal, dell’Everton o del Liverpool, che abbiamo citato finora, possiamo aggiungere anche quello della Salernitana, dei suoi tifosi e della splendida coreografia che è stata messa in scena ieri sera, nel match casalingo del 30 Settembre 2023.

La curva Sud Siberiano si è, magicamente, trasformata in un vinile e tre celebri copertine pinkfloydiane hanno preso, meravigliosamente, vita, dinanzi ai nostri occhi, all’interno dello stadio Arechi di Salerno. Anche una curva calcistica, dunque, può divenire un luogo nel quale diffondere conoscenza artistica e musicale; può essere un luogo nel quale sensibilizzare le persone e spronarle a riflettere, volgendo, al di là del pallone, il loro sguardo critico verso quei muri – tanti, troppi muri – che, ancora oggi, pretendono di dividere le persone comuni, le città, le razze, i popoli, gli stati. Ed in un mondo, quello degli ultras, che, spesso, fa parlare di sé soprattutto per le sue assurde divisioni, per le sue acerrime inimicizie, per le sue violente e gratuite contrapposizioni, il messaggio di ieri, dei tifosi della Salernitana, al di là della sua bellezza estetica, resta davvero importante, unico e significativo.  

Anche perché, oltre al celebre muro di incomunicabilità fisica, affettiva e mentale d’ispirazione watersiana, abbiamo potuto ammirare anche il richiamo all’epoca post-watersiana della band, a quel “The Division Bell” nel quale Gilmour, Wright e Mason esprimevano la necessità di mantenere un legame col proprio passato, di restare autentici e di difendere, sempre, la verità. Mentre, infine, “Dark Side Of The Moon”, con il suo mitico prisma, accompagnato dal cavalluccio marino incastonato nel folle diamante barrettiano, rammentava a tutti, calciatori e non, che i tifosi, quelli veri, resteranno sempre qui, a fianco della loro squadra, anche se dovessero affrontare il lato oscuro della Luna. 

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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