La sensibilità è un’isola di tristezza, circondata da mari perennemente in tempesta, agitati da un vento che porta con sé i nomi, le voci, i fatti e le storie di persone lontane. Storie che appartengono ad altre epoche e ad altri luoghi, ma che, qui, su quest’isola di scintillanti chitarre, di riverberi shoegaze, di corpose linee di basso, di divagazioni elettroniche e di atmosfere darkwave, si mescolano le une alle altre: inverni, primavere, peccati, redenzione, follia, passione, perdite, incontri, smarrimenti. Una miriade di sentimenti, di percezioni, di fantasie e di esperienze che, alla fine, rivelano, semplicemente, il bisogno umano di comunicare, di connettersi, di non essere fagocitati da un ciclo infinito e straziante di dipendenze, di fobie, di normalità.
“Jaywalker” è lo specchio oscuro che riflette ciò che ci teniamo dentro e che, contemporaneamente, ci mostra la realtà per ciò che è: l’indifferenza del tempo, la bellezza intrappolata nella menzogna, il disincanto della tecnologia, le crepe di insensibilità che si allargano a dismisura, gli occhi che non sono più abituati a vedere e fissano solamente, nel loro cupo rossore, gli schermi artificiali di una miriade di schermi in competizione tra loro.
Queste ballads, invece, hanno il loro punto focale altrove, scavano nel nostro io più incosciente, criptico, profondo e solitario, alla ricerca di quei sorrisi ingenui, di quelle parole innocenti, di quelle idee improvvise, che non sono mai emerse ed esplose in superficie, ma che abbiamo creduto fosse più sicuro, più conveniente, più utile, buttare lì e fingere di dimenticare. Tutto ciò da vita a questa new wave armoniosa e notturna, alle sue trame suadenti e cadenzate, che mettono in mostra tutte le sconfitte, tutti i dispiaceri e tutte le volte che abbiamo puntato sui numeri sbagliati, ma è proprio dall’ombra di questi errori brucianti che emergono queste dieci canzoni di toccante, cruda, perfida ed amorevole concretezza. Canzoni che si portano dentro, nella loro intimità fisica e psichica, in ogni loro più minuscola cellula, gli anticorpi per avere la meglio sulla cultura dell’odio, della finzione, della rabbia e del possesso.
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