giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

God Games, The Kills

Mik Brigante Sanseverino Novembre 13, 2023 Dischi Nessun commento su God Games, The Kills

Forse Dio camminava per le strade di New York, quando i Kills hanno concepito l’idea di questo nuovo, terzo album. Un’idea che si è fatta strada attraversa la cacofonia e il frastuono urbani, piegando entrambi al suo volere e trasformandoli in un elemento sonico nuovo ed accattivante, mentre sentieri, prima inesistenti, comparivano dinanzi ai nostri occhi increduli. E forse è proprio su uno di questi sentieri fantastici che s’è incamminato il buon Dio, lasciandoci qui, da soli, a fare i conti con questa cazzo di brutale e bellicosa tempesta che sembra alimentarsi delle nostre peggiori ossessioni, del nostro odio, della nostra colpevole rabbia.

Intanto le sonorità più viscerali, intrise di vibrante garage-rock, si alternano con brani che mettono in risalto le linee più armoniose, leggere e melodiche delle tastiere, dalle quali emerge l’anima, profondamente metropolitana, della coppia, quella che cerca il proprio ristoro e il proprio appagamento nei club notturni, nel ronzio degli amplificatori, nelle divagazioni no-wave, nelle leggende di periferia, laddove, si dice, che il rock’n’roll abbia incontrato ed amato il punk. Storie assurde, storie inventate, storie talmente incredibili da poter essere soltanto vere, storie come quella che vorrebbe Dio cantare in un coro gospel, avere un giubbino di pelle con le borchie, girare in un vecchio furgone, aver perduto tutto a carte e dedicare una canzone alla sua ragazza o, forse, a quella che vorrebbe fosse la sua ragazza. 

I Kills alternano timbri e tonalità sonore diverse, “My Girls My Girls” sembra volerci rassicurare e tirar su di morale, ma poi “Wasterpiece” affonda il colpo nel ventre morbido dei nostri sentimenti, richiamandoci alla cruda realtà di errori e di fallimenti, di quei piccoli ed inutili conflitti quotidiani che non hanno nulla a che vedere con quelli molto, molto più grandi che avvengono sulle nostre teste. Eppure noi non ne abbiamo quasi mai contezza, crediamo di essere gli unici partecipanti ad un gioco, al quale, invece, al massimo, siamo degli spettatori, delle semplici comparse, lasciate alla mercé di forze oscure e misteriose, di forze istintive e volubili, tra le quali solo le menti più scaltre, solo i cuori più sensibili vedono i fili invisibili e minimali che tengono assieme le parti e le trame dirompenti di quelle narrazioni fatali che, ahimè o per fortuna, agli altri sfuggono. 

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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