Evoluzione tecnologia. Ma anche e soprattutto evoluzione culturale, altrimenti – nonostante le grandi scoperte scientifiche – non potremo mai salvarci da quelle pulsioni e da quegli istinti sanguinari, rabbiosi, ostili ed aggressivi che sono insiti nella natura umana. Come potremmo, infatti, alla luce dei tanti traguardi raggiunti dall’intelletto umano, spiegarci questo nostro bellicoso presente di miseria, di degrado, di ingiustizie, di precarietà, di conflitto e di guerra?
“Protovisioni” è una riflessione sonora, di matrice ambient ed elettronica, su quello che sarà il nostro futuro, sulle sue incertezze, sulle nostre angosce e sulle nostre aspettative. Le trame circolari, lente e persuasive, gli improvvisi sbalzi in avanti, i passaggi più torbidi ed oscuri e quelli che, invece, tentando di riconnettersi con il mondo naturale, tentando di rassicurarci e farci sentire parte di una forza vitale che prescinde i limiti fisici, spaziali e temporali, rappresentano, in fondo, quella che è la fragile e tormentata condizione umana: siamo in bilico tra il progresso e il regresso, tra la salvezza e la condanna, tra la conoscenza e l’ignoranza, tra il bene e il male.
Dunque, il disco assume la dimensione di un viaggio introspettivo, ma, contemporaneamente, esso è anche un’esperienza collettiva. Guardiamo ai meandri dello spazio profondo, alle galassie, alle stelle, ai pianeti, ai principi fisici, chimici e matematici che governano e rendono possibile la stessa esistenza, alle forze invisibili che pervadono l’universo, alle molecole, agli atomi e alle loro reciproche interazioni, ma guardiamo anche a ciò che si nasconde dentro ciascuno di noi: un’odissea d’amore, odio, egoismo, altruismo. Siamo Eros, ma siamo anche Thanatos.
Ed, intanto, la nostra navicella musicale si insinua in ciò che è misterioso e sconosciuto, sperimenta, strumentalmente, quella bellezza che ci riempie di fiducia e di speranza e ci fa trattenere il fiato, ma che, improvvisamente, a causa delle nostre assurde, sciocche e meschine manie di potere e di controllo, si trasforma in uno scenario apocalittico di morte, di dolore, di distruzione e di sofferenza. La dimensione più pacifica, lineare e caleidoscopica di questi sette brani incontra, in modo crudo e realistico, la ferocia, l’inutilità e la follia della guerra, mentre noi, abitanti di quella parte di mondo che si considera e professa più civile, più tollerante e più democratica, ci confiniamo, per paura e per convenienza, nelle immagini virtuali dei nostri smartphone, tablet e pc, convinti che ciò che vediamo, ovvero una rappresentazione parziale ed utilitaristica dei fatti e degli eventi, sia, invece, la verità. Ma la verità, se non ci destiamo dal torpore, se non riacquistiamo memoria e consapevolezza, se non riattiviamo i centri nervosi e il nostro spirito critico, è destinata a cadere, da qualche parte, su un campo di battaglia, colpita da un missile, un drone, una bomba o un cecchino.
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