giovedì, Novembre 7, 2024
Il Parco Paranoico

Wall Of Eyes, The Smile

Mik Brigante Sanseverino Gennaio 27, 2024 Dischi Nessun commento su Wall Of Eyes, The Smile

Ci fu il tempo delle armonie, il tempo degli accordi che si collocavano, in maniera perfetta, in uno schema magico, etereo ed elettronico, che, però, sotto, sotto, serviva a fornire una visione diversa alla nostra stessa esistenza, del mondo che avevamo attorno, delle nostre idee e di quelle degli altri. Gli altri, dei quali, a volte, abbiamo paura; gli altri che, spesso, critichiamo aspramente; gli altri che incolpiamo di ogni deriva sociale, ambientale o politica; gli altri che, al di là di parole, svuotate di contenuto concreto, siamo noi, la nostra società, le nostre interazioni, i nostri complessi, la nostra maniacale tecnologia, la folle corsa verso un traguardo di bellezza, di ricchezza, di potere e di appagamento che è irrealizzabile, falso, sciocco, pericoloso e soprattutto tossico.

Ora questo tempo è finito, l’abisso è imminente, il trio Greenwood – Yorke – Skinner sceglie, per necessità, per naturale conseguenza, per gelida consapevolezza, un itinerario sonoro disilluso ed irrequieto, un nervo teso, un nervo scoperto, un nervo traumatizzato, mentre le ombre del disequilibrio e dell’errore spazzano via ogni forma di ipocrisia e mostrano come, in realtà, non siamo mai stati solidali. Non lo siamo adesso, a nostro perfetto agio tra guerre e morti innocenti e non lo eravamo durante la recente pandemia, quando abbiamo definitivamente rinunciato alla verità, alle domande, alla conoscenza delle cause e delle conseguenze, gettando chiunque – vittime, responsabili, politicanti, sobillatori, poliziotti, lavoratori, medici, soldati, complottisti, bravi cittadini – in un unico tritacarne virtuale e lasciando che il risultato, unico ed uguale, fossero occhi senza anima, meccanicamente abbassati su un dispositivo, sempre più arrossati, sempre più ammalati, sempre più vuoti, sempre più intrappolati, sempre più lontani da quella sfera di umanità, dalla quale altre band, in altre epoche, hanno saputo trarre benefici, insegnamenti, dischi, canzoni.

Non resta, dunque, che il groviglio ritmico sul quale le unghie dei sintetizzatori lasciano il segno del loro feroce passaggio, facendo sì che gli otto brani di questo muro di occhi addolorati e drogati, diventino un’unica suite, come se si trattasse della melodia obliqua di un carillon diabolico, la testimonianza dell’ultimo ghiacciaio che si scioglie, dell’ultimo missile che viene lanciato, dell’ultimo agente patogeno che fugge nell’aria, dell’ultimo rock, che avevamo decretato fosse morto, e che, invece, attraverso una commistione di jazz, elettronica, trame spaziali e divagazioni progressive, ci sta, davvero, scavando la fossa, seppellendoci sotto una mole incalcolabile di chip, di frasi fatte, di malinconici ritrovamenti beatlesiani, di teste parlanti, di onde radio sulle quali, in un tempo che credevamo fosse felice, eravamo soliti sintonizzare i nostri cuori fragili e mollicci.      ​

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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