E noi diventiamo ciechi, e noi diventiamo sordi, e noi diventiamo muti. Ci adattiamo, ci adagiamo, ci facciamo piacere tutta l’ipocrisia che ci piove addosso, pensando che basti qualche comoda bugia virtuale per farci sentire felici, liberi e soddisfatti. E’ questa la vita che vogliamo vivere?
“What An Enormous Room” è il tentativo sonoro di ridare fiducia a coloro che l’hanno perduta, trasformando le proprie vulnerabilità in costruttiva ambizione e lasciando che queste dieci canzoni esplorino il mondo di dentro, quello più intimo e nevrotico, e lo spingano ad uscire fuori, mescolando atmosfere crepuscolari e ballate suadenti e riflessive, i fantasmi famelici dei propri fallimenti passati e la voglia di sbattere la porta in faccia a coloro che tentano, con le loro narrazioni catastrofiche, di invadere, continuamente, il nostro spazio e confinarci in un micro-cosmo domestico di cattiveria, ostilità e paura.
Le vibrazioni di Torres si appropriano, invece, di queste enormi stanze, le svuotano dei loro contenuti più deliranti ed odiosi, zittiscono il rumore mediatico degli spettacoli di pessimo gusto con cui tentano di narcotizzarci, rimettendo al centro del discorso le persone reali, i riverberi folkeggianti del loro rapporto con la natura, le divagazioni elettroniche della propria fantasia e della propria immaginazione, la focosa passione di essere un solo corpo, un solo abbraccio, un solo ritmo, un solo destino, muovendosi, nel frattempo, in un mondo senza più confini, senza più il terrore di essere giudicati, condannati, denigrati, additati, esclusi, marginalizzati. Questo disco, in fondo, non fa altro che ridarci la nostra dignità, il cammino che sentiamo nostro, senza il vincolo di dover fornire spiegazioni, di nascondersi, di fingersi altro, di uniformarsi ad altro, di sentirsi, ingiustamente, in colpa per qualcosa e chiedere scusa per ciò che siamo, per ciò che amiamo, per ciò che pensiamo, per ciò che sogniamo. Ora la stanza è, finalmente, vuota e per riempirla bastiamo semplicemente noi, non ci servono le loro buone maniere, i loro principi etici, la loro morale, il loro Dio, le loro macchinazioni, le loro leggi, le loro stupide convinzioni fatte passare per dogmi incontrovertibili.
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