Abbiamo un fuoco dentro, un fuoco che non si accontenta ed è più forte delle tante mareggiate che ci riserva la vita. Un fuoco che, quando meno ce l’aspettiamo, illumina le scogliere rocciose sulle quali siamo approdati, illumina i sentieri ignoti lungo i quali ci stiamo incamminando, per poi ritrovarci, improvvisamente, in quel luogo magico – nel bel mezzo della campagna toscana – nel quale possiamo, finalmente, comprendere, possiamo, finalmente, riconoscere, possiamo, finalmente, ricordare, possiamo, finalmente, guarire. Ma per guarire, per guarire davvero, ci vuole coraggio, ci vuole fiducia, di vuole fede nel proprio cuore, in suoni che, apparentemente, possono sembrarci alieni, oscuri, distorti.
Il fuoco dentro, il fuoco cantato assieme a Nada, il fuoco che, aldilà delle parole moderne, spesso troppo tossiche ed inutilmente inquinanti, ci mostra la vera essenza dei nostri innumerevoli casini quotidiani, delle nostre giornate metropolitane, delle nostre, non ben definite, ricerche. Perché, amici miei, non può essere solamente una questione di labirinti materiali di possesso, di inganno, di sprechi, di azzardi, di apparenza e di impossibili miti di fallace bellezza.
Non ci resta, allora, che provare, che tornare alla vita, al cielo e alla terra, alle strade notturne, in attesa che ritorni il sole ad illuminare i canti che non abbiamo ancora scritto, i corpi che non abbiamo ancora toccato, le voci che non abbiamo ancora ascoltato, gli abbracci che non abbiamo ancora dato, le idee che non abbiamo concepito, i sogni che non abbiamo ancora realizzato, i segni che non abbiamo ancora intuito. Eccoli i segni che andavamo cercando, quelli che guardano oltre i nomi ed i colori, oltre l’amore e la guerra, oltre questo universo, oltre la provincia disastrata che ci ha sputato fuori, oltre le chitarre, le canzoni pop e gli amplificatori, oltre le strade di Ferrara e di Bologna, di Roma, di Napoli, di Milano o di qualsiasi altro luogo. Nella consapevolezza che ogni luogo, per quanto distante, per quanto misterioso, ha sempre la sua elettricità, la sua luce, le sue esplosioni cardiache, i suoi terribili inferni, ma, soprattutto, ha le sua storie di preziosa ed invincibile umanità, storie che Vasco Brondi è in grado di scovare e di raccogliere, di ripulire e di trasformare in un vibrante e salvifico mucchio di canzoni. Canzoni invisibili per persone invisibili, per luoghi invisibili, per poeti invisibili, per bar invisibili su pianeti invisibili, che, però, sono qui, accanto a ciascuno di noi. Basta lasciarli entrare.
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