Le vibranti sonorità garage e surf-rock delle Darts, con i loro continui, sferzanti, incisivi ed intensi rimandi ad un epico background punk-rock, sono proprio quello che ti serve quando la routine tossica e patologica dei tempi moderni opprime, contamina ed avvelena le tue giornate.
La band americana non conosce pause: la strada ed il palco, il palco e lo studio di registrazione, ma sempre con la medesima energia, con una rinnovata positività e con la stessa volontà di non voler perdere il filo della propria originalità, del proprio essere e delle proprie fondamentali passioni. Perché sono esse a tenerci vivi, sono loro che ci fanno sentire soddisfatti ed appagati, che ci rendono speciali e che ci spingono a conoscere, a studiare, a crescere e, soprattutto, a migliorarsi continuamente.
Nessuna tana, dunque, nessuna buca, nessun nascondiglio, nessun bunker nel quale fuggire da tutto quello che non capiamo, dalle decisioni che non vogliamo prendere, dalle verità che non vogliamo vedere ed accettare, in particolare quelle più disumane, più dolorose, più violente e più bellicose, quelle atroci e sanguinarie verità che, ormai, sono all’ordine del giorno, spingendo, sempre più, gli esseri umani verso l’auto-distruzione.
Intanto, dopo la furia iniziale, “Boomerang” ci concede atmosfere più acide e psichedeliche, i bassi e le chitarre si fanno ipnotiche, le ritmiche volgono il proprio sguardo ad un sensuale, mitico e luminescente orizzonte sixty e noi sentiamo, improvvisamente, il desiderio di metterci in marcia, di sentire le carezze del vento, di ascoltare altri idiomi, altre voci, altri fatti, altre narrazioni umane. Perché là fuori c’è un mondo che va scoperto ed amato, ci sono persone che vanno assolutamente conosciute, ci sono musiche che vanno ascoltate, storie che vanno narrate, diversità che vanno comprese, emozioni che vanno assaporate. Non possono costringerci a restare nelle nostre città, attaccati ad un’unica visione della politica, dell’economia, del lavoro, della famiglia, dei rapporti affettivi e della società; una visione monocolore che, alla resa dei conti, è quella che fa più comodo a loro, ai padroni del mondo, ai nuovi despoti e ai vecchi tiranni, a tutti coloro si erogano il diritto di decidere nel nome degli altri, blaterando di sicurezza o di pace, di benessere comune o di democrazia. Ma voi davvero gli credete?
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