domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Romance, Fontaines D.C.

Mik Brigante Sanseverino Agosto 29, 2024 Dischi Nessun commento su Romance, Fontaines D.C.

La prima cosa che mi è venuta in mente, ascoltando il nuovo disco della band irlandese, è che le atmosfere oscure e le trame drammatiche di “Skinty Fia” sono, oramai, solamente un prezioso ricordo. Perché i Fontaines D.C., presa coscienza del loro successo mondiale, celebrato dai loro lunghi ed estenuanti tour, hanno deciso di allontanarsi, per ora, dalla cruda e sofferta poetica della loro terra natia ed allargare il loro spettro sonoro.

Questo deve essere, necessariamente, un male o un errore? Assolutamente no, anche perché “Romance” è, comunque, un buon disco e la capacità di trasformare i propri sentimenti in versi non è andata persa, anzi è ancora intatta e, molto probabilmente, sarà ancora più efficace grazie a questo nuovo percorso musicale; un percorso che guarda anche al rock degli anni Duemila, al rock più radiofonico e, quindi, per certi versi, più appetibile per le grandi masse che affollano gli stadi e le arene del pianeta.

Ovvio che tutti coloro che si sentono a proprio agio solamente con le sonorità post-punk vibranti e spigolose dei dischi precedenti, possano rimanere delusi da questi cambiamenti, ma, a volte, cambiare è indispensabile, perché ci consente di acquisire nuove conoscenze, nuove prospettive e, soprattutto, nuove visioni della realtà e, quindi, nuovi modi di interpretare la propria musica ed esprimere i propri sentimenti e le proprie idee. Sentimenti ed idee che – e questa è la cosa più importante – i Fontaines D.C. hanno conservato; basta, infatti, lasciarsi trasportare da “Starburster” lungo quel difficile e spesso doloroso cammino alla ricerca della verità, una verità che è sovente amara, ardua da comprendere, in grado di farci impazzire, ma imprescindibile se vogliamo essere migliori, se vogliamo donare qualcosa agli altri e lasciare un segno tangibile del nostro passaggio su questa terra.

L’approccio, ovviamente, è più classico e decisamente meno combattivo e barricadiero, ma le urgenze sono sempre le stesse, l’umanità è la medesima, la sensibilità non è in vendita e il vuoto seducente, dal quale scaturiscono le loro risposte musicali, è sempre lì. Per adesso, dunque, anche se gli eroici inni post-punk del recente passato riescono meglio, a mio giudizio, ad esprimere le difficoltà relazionali, le fobie e le manie aggressive dell’uomo moderno, dobbiamo dare credito a questa svolta artistica e, magari, scopriremo, un giorno, che i Fontaines D.C. hanno trovato quel salvifico equilibrio che tutti noi speriamo di trovare, prima o poi, nella vita. L’equilibrio che, a volte, album eccezionali, come, ad esempio, “Mellon Collie And The Infinite Sadness” o “Surfer Rosa” o “Pornography”, hanno espresso musicalmente e ci hanno saputo donare, oscillando, come stanno tentando di fare i Fontaines D.C, tra la nostalgia e la tensione, l’amore e la disperazione, la fama e la voglia di ritornare, in silenzio, a casa propria e non aver più timore dei fantasmi che la abitano.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.