mercoledì, Ottobre 16, 2024
Il Parco Paranoico

Lyra Pramuk @ Robot Festival, Bologna [Oratorio S.Filippo Neri] 12/10/24

Un flusso di parole, di sussurri, di vocalizzi e di armonie orali che si sbarazzano, per sempre, della loro sporca e grezza consistenza quotidiana – caotica, disordinata e materialista – troppo legata alle costruzioni artificiali della nostra epoca, alle loro apparenze formali, alle loro estetiche sotto vuoto e alle loro enormi basi di dati, per ritrovare, finalmente, quella che è un’essenza comune, pacifica e collettiva.

Un concerto, quello nella splendida cornice barocca dell’Oratorio San Filippo Neri di Bologna, che esalta la componente più eterea, mistica e minimale della musica elettronica. Pochi versi di poesia che si espandono in ampi e fantasiosi orizzonti musicali, costruendo ed intrecciando nuove trame sonore, mentre Lyra Pramuk decostruisce gli inutili compromessi richiesti dalla società dei consumi e ricostruisce quello che è il suo e il nostro prezioso inno laico; un inno per ogni essere vivente dell’universo, un inno che esprime la speranza di liberarci, un giorno, dall’ignoranza che, come vediamo quotidianamente, provoca solamente dolore, distruzione e morte.

Una voce unica che assume le sembianze di diversi e molteplici strumenti musicali, confondendoci e, allo stesso tempo, rassicurandoci; lasciandoci, da soli, dinanzi alle nostre paure più irrazionali, ma offrendoci, contemporaneamente, l’amorevole compagnia di un luminoso fiume di voci, un fiume dal quale possiamo lasciarci tranquillamente traportare, senza più alcuna preoccupazione, senza più alcuna ansia, per arrivare al mare. Il mare nel quale, tutti, ci dissolveremo, mettendo, di conseguenza, a fattor comune tutto quello che siamo stati in grado di provare, di costruire, di sognare, di trasmettere e di recepire.

L’obiettivo della performance di Lyra Pramuk è plasmare ciò che abbiamo attorno, ciò che, normalmente, diamo per scontato, come un semplice rumore, come una banale parola, come una frase concepita in un tempo ormai remoto e generare una moltitudine armoniosa di suoni analogici e digitali. Suoni che non più separabili o riconoscibili; suoni che rivendicano il diritto ad esprimere le nostre idee e le nostre passioni, senza che regimi, totalitarismi, dottrine o istituzioni, statali e religiose, tentino, in tutti i modi possibili, di reprimere e di controllare quelle che sono la nostra socialità, la nostra sensibilità, la nostra creatività, la nostra personalità o la nostra sessualità. Le trame verbali e cibernetiche, che si diffondono tra i banchi dell’oratorio, nascono, quindi, dal bisogno insito, in ciascun essere vivente, di esplorare, di conoscere, di imparare, di muoversi verso altri territori e altre dimensioni, verso altri luoghi e altri spazi, mescolando antico e moderno, musica sacra e beat techno, melodie verbali e ritmiche elettroniche, inventando e reinventando, continuamente, la nostra abbagliante umanità.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.