giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

Demon Copperhead, Barbara Kingsolver

Mik Brigante Sanseverino Novembre 12, 2024 Parole Nessun commento su Demon Copperhead, Barbara Kingsolver

Siamo gomitoli di lana, talvolta così aggrovigliati, che non sappiamo da dove iniziare, mentre perdite, abbandoni, povertà, fame e tutta una serie di pericolose e mortali dipendenze si susseguono, lasciandoci sempre più soli e indifesi, fragili e strafatti. Forse, allora, è meglio partire dall’inizio, dal capitolo I, da quello che è accaduto prima che nascessimo, comprese le guerre – spesso ingiuste e spietate – che sono state combattute, affinché qualcuno – più ricco, più famoso e più potente – potesse applicare ovunque le sue leggi e la propria visione capitalista del mondo, una visione che fosse basata esclusivamente sul denaro e non sul lavoro, sulla terra, sullo scambio solidale di idee, di prodotti, di conoscenze e di energie. 

E’ la storia di queste montagne, gli Appalachi, è la storia della West Virginia o del Kentucky o del Tennessee, è la storia dell’ossicodone e della Purdue Pharma, ma anche di tutti i luoghi dimenticati del pianeta che sono stati e continuano ad essere sfruttati per le loro ricchezze umane e naturali, da individui, poteri, interessi, società, multinazionali e stati prepotenti ed arroganti, aggressivi e violenti, che non si preoccupano assolutamente dei più deboli, di quelli che soccombono, silenziosamente, dimenticati nelle proprie case, nei propri paesi sconosciuti, nelle periferie emarginate delle proprie città, nelle proprie foreste, nei propri deserti, nelle proprie campagne o sulle proprie montagne. Esistono, infatti, tanti, troppi tipi di speculazione, alcuni richiedono l’uso delle armi, altri degli oppioidi, altri, ancora, si servono di Dio e delle religioni, ma tutti, alla fine, ricorrono alle stesse medesime e meschine menzogne. Siamo qui per liberarvi: per liberarvi dall’oppressione, per liberarvi dalla tirannide, per liberarvi dall’ignoranza, per liberarvi da voi stessi, per liberarvi dal dolore.    

Barbara Kingsolver, attraverso la videnda di Demon Copperhead e dei suoi compagni di viaggio, sfida l’economia politica attuale, sfida quella che è una concezione della vita unicamente utilitarista, sfida le tante falsità della storia che vogliono convincerci del fatto che la verità, la giustizia e la democrazia dimorino solamente da una parte della barricata, che è sempre e solo quella dei vincitori, quella dei più forti, quella dei più armati e dei più ricchi, rinchiudendo tutti gli altri in una bolla immaginaria, schiavi di questi eterni tempi difficili che non accennano mai a passare, mai a cambiare e mai a modificarsi, nonostante gli innumerevoli progressi medici, scientifici, sociali o tecnologici. 

A tutti piacerebbe scegliere il campione di football della scuola o l’amico che crediamo essere un vero e proprio super-eroe, mentre tentiamo, con difficoltà, di mantenerci in equilibrio e camminare su quella linea sottile che attraversa lo sballo e la disperazione, il dolore e le dipendenze, lo splendore stupefacente della natura incontaminata e la tossica incapacità a dare risposte concrete a coloro che si affannano, che si arrendono, che si sentono soli e abbandonati e restano, di conseguenza, sempre più indietro.

A volte la vera questione non è nemmeno fare bella figura, arrivare ai play-off, vincere o perdere questo dannato campionato, ma è, semplicemente, riuscire ad arrivare alla fine, senza farsi troppo male o, magari, spaccarsi un ginocchio e smarrire il fragile e precario equilibrio che ci permetteva di sentirci parte di qualcosa di importante e significativo. E così, quando tutto ci sembra perso, lasciamo sia un ago a risucchiare tutta l’amarezza accumulata, ad inghiottire la nostre giornate, le nostre passioni, i nostri sentimenti, la nostra terra e tutto quello che c’è sotto il cerotto o sotto l’involucro protettivo di gelatina. Questo ago punta dritto alla nostra anima, buca e fa cadere l’aquilone al quale avevamo affidato le nostre parole e idee migliori, irrompendo nei nostri disegni e nei nostri sogni, ben oltre quello che, oramai, è solamente il viso immobile e senza più vita, triste e perfetto, di una pallida bambola di porcellana.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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