mercoledì, Dicembre 18, 2024
Il Parco Paranoico

Saracena, Cesare Basile

Mik Brigante Sanseverino Dicembre 9, 2024 Dischi Nessun commento su Saracena, Cesare Basile

Abbiamo gli occhi, ma non li usiamo per vedere, preferiamo vivere nell’oscurità di tutte quelle promesse che sappiamo non manterremo mai, non perché non possiamo farlo o perché ci mancano i mezzi, ma, semplicemente, perché non abbiamo alcuna voglia di sacrificarci, di rinunciare, anche in minima parte, a quelle risorse, a quei beni e a quelle ricchezze che siamo convinti ci appartengano di diritto. E se, un tempo, siamo stati gli esuli, gli emarginati, gli emigranti, i dispersi, i fuggiaschi, i fuggitivi da una terra di morte e di distruzione, di malattia e di povertà, di fame e di miseria, adesso, vogliamo essere i padroni, vogliamo masticare e sputare, vogliamo prendere e poi gettare via.

Quando la terra viene depredata, violentata, umiliata e sfruttata non rimane che un vuoto profondo, un vuoto dal quale possono germogliare i fiori amari della rabbia, della vendetta, dell’intolleranza e dell’odio, ma anche poesie addolorate, malinconiche e sofferenti; le poesie che Cesare Basile mette in musica, congiungendo, idealmente, secoli lontani tra loro e collegando, da un punto di vista fantastico e sonoro, la Sicilia saracena con quella Palestina alla quale viene negato il diritto di esistere come patria libera, come nazione indipendente, come casa pacifica e sicura.

Le atmosfere dell’album, mediterranee e folkeggianti, intrise di tradizione, cultura e storia siciliana, si dipingono di cupa e vibrante drammaticità, toccando con mano le tante diaspore, le troppe divisioni, gli innumerevoli deportati, la miriade di profughi, che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare la storia umana. Ferite che non rimarginano, ma che continuano a narrare, con il loro toccante, vibrante e pulsante linguaggio blues, tutti i nomi che sono stati frettolosamente dimenticati, tutte le esistenze che sono state brutalmente spezzate, tutti i torti, le colpe e i delitti che sono stati sistematicamente taciuti, qualche volta per paura di una possibile ritorsione, ma, il più delle volte, perché era più conveniente, più comodo e più utile avere degli amici potenti, degli amici ricchi, degli amici armati di tutto punto, piuttosto che continuare a vivere in un’illusione che i più sprovveduti chiamano verità.

Un disco forte, significativo ed incisivo che raggiunge i suoi apici più suggestivi e universali, amplificando denuncia e memoria, dolore e speranza, resistenza ed umanità, soprattutto, quando viene presentato e suonato dal vivo, riuscendo, puntualmente, a raccordarsi e sintonizzarsi con quelli che sono i fatti e gli eventi del momento, nonché con tutti i veri despoti ed i finti eroi che, da millenni, si ergono, l’uno dopo l’altro, all’orizzonte di una terra negata che, invece, andrebbe solamente trattata con giustizia, riconosciuta e resa, finalmente, libera. 

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.