La vita, così come l’arte, il cinema e la musica, è materia grezza; materia che va modellata, che va migliorata, che va arricchita di dettagli, di sfumature, di colori, di passaggi e, soprattutto, di ritmo. Infatti, ciò che cambia, ciò che muta, ciò che pulsa, ciò che vibra, ciò che si trasforma, non restando mai sulle medesime, ferree e convinte posizioni, è vivo, proprio come lo sono le scene di un film o le pagine di un racconto o le dieci tracce di questo disco. Un album, intriso di suadenti e di armoniose sonorità di matrice elettronica e synth-pop, che si fa spazio in una dimensione ultra-terrena, cinematica, fluida e fantasiosa, in continua, perenne ed instancabile evoluzione.
Non sono sufficienti, quindi, i nostri limitati sensi materiali per indagare lo spazio misterioso dei sogni, degli incubi e delle verità invisibili, né può esserci d’aiuto la gigantesca mole di dati artificiali che le big-tech stanno mettendo, più o meno a nostra insaputa, da parte, in modo che i loro complessi algoritmi informatici possano poi permetterne l’interpretazione e la monetizzazione. Ciò che, invece, ci occorre è una sensibilità superiore, più sottile e più attenta, più intrepida e più caparbia, più critica e più consapevole, una sensibilità che ci sproni a non fermarci nel nostro comodo salotto, accontentandoci delle verità e delle spiegazioni che vengono date per scontate. Il passo obbligato di questo progetto sonoro è, dunque, quello dell’esplorazione: esplorare nel nostro inconscio, ma anche nel mondo esterno, in tutto quello che ascoltiamo, che leggiamo, che intercettiamo nei nuovi e nei vecchi media.
Intanto i brani di “La Commedia” oltrepassano il margine della musica popolare italiana più comoda e più convenzionale, assorbendo tanto le energie new-wave più eclettiche e più sperimentali degli anni Ottanta, quanto le nuove affascinanti e tecnologiche tendenze elettroniche, costruendo il loro interessante e policromatico quadro sonoro. Un quadro assolutamente ampio ed eterogeneo, che, in maniera originale, passa dalle atmosfere ambient più progressive e riflessive alla poesia di Franco Battiato; dalle immagini più emozionati ed appassionanti del Novecento alle energie che si liberano in un dance-floor, non perdendo, però, mai il contatto con la realtà, perché è nella realtà, sotto il velo virtuale delle apparenze e delle estetiche fasulle, elaborate dalle intelligenze artificiali, che si nascondono quelli che sono i nostri veri nemici, quei nemici che vogliono banalizzare tutto quello che ci sta a cuore, ad iniziare dalla musica e dalla poesia per arrivare, attraverso le nostre paure e le nostre necessità, alla vita quotidiana, alla politica, all’economia, al lavoro, all’amore, alle relazioni sociali a quelle che saranno tutte le nostre scelte e i nostri comportamenti.
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