sabato, Dicembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

Una Storia A Fumetti, Alessandro Baronciani

Mik Brigante Sanseverino Dicembre 20, 2024 Parole Nessun commento su Una Storia A Fumetti, Alessandro Baronciani

Storie immortali che narrano di ragazzi e ragazze immortali; immortali come lo sono il bianco e il nero, il buio e la luce, il linguaggio e la scrittura, il corpo e lo spirito di queste tavole. Una serie di immagini che sono emotivamente vive, perché, oltre le parole che leggiamo, oltre le vicende che vengono narrate, ce ne sono tante altre che, fino ad ora, erano rimaste dall’altra parte dello specchio, ma adesso si stanno facendo piano, piano strada dentro di noi, riportando in superficie musiche, voci, frasi, volti, sogni ed esperienze che avevamo dimenticato o solamente messo da parte.

E quando riusciremo a ritrovarle comprenderemo che non c’è nulla di frammentario, ma ci sono, semplicemente, degli spazi vuoti, degli spazi liberi che sono stati lasciati lì, appositamente per noi, affinché diventassimo parte della storia, affinché la sua essenza fosse anche la nostra, affinché i nostri sentimenti e le nostre emozioni potessero cancellare, per sempre, ogni forma di inconsistenza, ogni colpevole silenzio, ogni risposta taciuta, ogni frase sbagliata, ogni giudizio sommario e ogni meschino ed ipocrita voltafaccia. E’ tutto molto musicale, è come se una musica diversa accompagnasse ogni disegno e ogni dialogo; è come se sonorità indie-rock e shoegaze, darkwave e dream-pop, psichedeliche ed abbaglianti, tenebrose e oscure, incalzanti e misteriose, più o meno distorte, più o meno sognanti, si sprigionassero da ogni pagina, rendendo sempre più evidente il solco che esiste, in ciascuno di noi, tra ciò che mostriamo al mondo e ciò che, invece, siamo realmente.

Questo fumetto, dunque, ha un suo intrinseco richiamo politico e sociale, racconta di noi, della nostra società, di un paese, l’Italia, che, nel corso degli anni, si è sempre più incattivito e reso indisponibile e insensibile, affidandosi a sgherri e personaggi che traggono la loro forza dall’infame e spregiudicato risveglio di quelli che sono gli istinti più beceri, malvagi, ostili e bestiali di quella che, però, nonostante tutto, resta pur sempre una minoranza di individui. Il pericolo, però, è che finché la maggioranza si mostrerà distante, finché la disillusione avrà la meglio sull’impegno, finché la quieta e comoda convivenza spegnerà ogni forma di critica sociale e di ribellione civile, rispetto ad un sistema economico e politico che è profondamente ingiusto, quella minoranza avrà sempre la meglio e riuscirà sempre ad imporre la sua bellicosa visione del mondo. 

Le storie di Alessandro Baronciani nascono a Pesaro, ma ben presto – anche grazie alla corrispondenza postale con i suoi tanti lettori, i quali, a loro volta, forniscono le proprie visioni, le proprie idee e le proprie esperienze – diventano le storie di ogni cittadina di provincia, di ogni periferia metropolitana, di ogni minuscolo e sconosciuto paesello, costruendo, quindi, una sceneggiatura sempre più eterogenea, ampia, polifonica e collettiva; una sceneggiatura che esprimeva anche la naturale necessità di una intera generazione a trovare un modo che potesse permettergli di interfacciarsi e di comunicare, creando vincoli e legami propri.    

Tutto ciò rappresenta un prezioso e significativo momento di riflessione che ci permette di rammentare quello che eravamo e quello che abbiamo perduto, ma anche di fare un’analisi onesta e sincera del nostro presente, soprattutto adesso che un altro anno giunge al termine. Un anno dominato da due terribili guerre; un anno che ci ha tolto il grande Steve Albini; un anno che ha salutato il ritorno discografico dei Cure; ma anche un anno che ha anche riportato il tossico Donald Trump alla Casa Bianca e che, onestamente, si chiude in maniera mesta, con un’Italia sempre più arrabbiata, divisa e scontrosa. Un’Italia che, invece, di guardare alla crescente insicurezza dei suoi cittadini; al divario sempre più ampio tra i pochi ricchi e il resto della popolazione; alle ampie aree di precarietà, di criminalità e di invivibilità; alla sanità allo sbando; alla crisi delle istituzioni universitarie e scolastiche; alla mancanza di un futuro per le giovani generazioni, pensa, invece, a come punire, nel modo più iniquo e cattivo possibile, chi, tre, quattro giorni fa si è fatto uno spinello e, oggi, quando qualsiasi effetto è oramai solamente un remoto, piacevole e innocuo ricordo, si mette alla guida del proprio veicolo per andare a lavorare, a scuola, all’università o in qualsiasi altro posto.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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