Iniziare un nuovo anno con un live degli I Hate My Village è, senza alcun dubbio, qualcosa di stimolante e di promettente, perché l’esecuzione dei brani di “Nevermind The Tempo” e dell’omonimo primo album è assolutamente intensa e travolgente. Queste canzoni, infatti, si espandono, superano i ristretti limiti fisici del disco e, complice anche la magia esistente tra i quattro musicisti che compongono la super-band italiana, crescono sia nello spazio collettivo del club casertano, sia nello spazio intimo dentro ciascuno di noi, travolgendo quelle che sono le nostre ossessioni quotidiani, i nostri freni virtuali e le nostra sciocche manie, così da trasportarci, tutti, in una dimensione selvaggia e tribale, pura e innocente, spensierata e, finalmente, fiduciosa nei confronti di noi stessi, delle nostre capacità, degli altri e, soprattutto, del futuro.
Questa band supera i diversi componenti, è potente e coesa, mentre le sonorità blues-rock, afro e desert-rock si influenzano e contaminano a vicenda, tra divagazioni sperimentali d’indole rumoristica, aperture di stampo psichedelico e momenti di appassionante e accattivante melodia. E’ evidente che Alberto Ferrari, Adriano Viterbini, Fabio Rondanini e Marco Fasolo si divertono e, di conseguenza, anche il pubblico lo fa, con naturalezza, gettandosi, in ogni brano, in un mare sonoro in grado di rinnovare, di suscitare curiosità, di fare i conti col proprio passato, di suggerire nuove idee e di rivitalizzare tutte quelle preziose emozioni e individualità, che, spesso, lasciamo sul fondo oscuro e sabbioso dei nostri impegni e dei nostri obblighi.
Probabilmente, oggi, gli I Hate My Village sono la miglior band italiana in circolazione, con un groove unico, vero e originale e con una verve ironica che trasmette positività e spensieratezza ai propri ascoltatori, come, ad esempio, quando, all’inizio del concerto, le sdolcinate e morbose note della hit sanremese “Vattene amore” vengono risucchiate da un liberatorio e salvifico vortice di distorsioni, ritmo ed elettricità, dando inizio ad una cavalcata rock che ci renderà più felici, più appagati, più decisi e più desiderosi di vivere questo nuovo anno in maniera propositiva e costruttiva.
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