Il trio australiano dei Brown Spirits getta i suoi semi cosmici in ciascuno di noi, sperando che essi possano attecchire nel buio, a volte colpevole, delle nostre coscienze. Il basso pulsante, l’incalzante batteria e la chitarra distorta danno vita ad un suono grezzo e primordiale, lisergico e ammaliante, ricco di spunti e di vibrazioni positive, che, spaziando tra nuove e vecchie trame psichedeliche e krautrock, ci sprona a vivere ed assaporare giorni unici, avvincenti e interessanti, nonché luoghi e momenti nei quali siamo solamente noi quelli che decidono, quelli che scelgono, quelli che pensano, quelli che parlano, quelli che tornano ad essere in grado di ascoltare.
Ascoltare, infatti, è il potere che abbiamo smarrito o che, molto più probabilmente, abbiamo barattato per delle esistenze che crediamo essere perfette. Ma è sufficiente aprire gli occhi, cercare verità non allineate e costruite artificiosamente, per rendersi conto che questa perfezione è malata e fasulla; essa è un pericoloso algoritmo, uno schema precostituito, un modello di sopravvivenza di una parte esigua ed incattivita della società, tenuta in ostaggio dei suoi fantasmi, a spese di una stragrande maggioranza di persone fragili e indifese, povere e marginalizzate, che identifichiamo nel nemico da combattere.
Intanto le divagazioni strumentali di questo album, la sua magica e sognante aura sonora, il suo groove astrale, acido e funkeggiante, il suo incisivo e sano atteggiamento DIY, ci esortano a essere noi stessi, a non avere paura della vita che ci circonda, a farne parte e a scoprire idee, pensieri, sentimenti, parole, musiche, libri, persone diverse, il cui obiettivo non è rubarci quello che, guardando bene, noi non possediamo affatto, ma è, semplicemente, avere un confronto equo, creare una connessione costruttiva, intrecciare fantasie e esperienze vissute, proprio come accade nei suadenti campi magnetici creati dalla band australiana, proprio come dovrebbe accadere, quotidianamente, a ciascuno di noi. Perché, anche se lo dimentichiamo, noi non siamo altro che particelle elementari, ovvero semi cosmici, e, prima o poi, ritorneremo tutti ad esserlo, affinché altre storie, altre pagine, altre trame sonore possano essere create, narrate e ascoltate.
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