Il punto di forza dei Delivery, e di questo loro secondo album, è la compattezza e la determinazione, oltre che, ovviamente, un approccio abrasivo, tagliente, spumeggiante, divertente e DIY, che oscilla, in maniera libera e spensierata, tra indie-rock, garage e punk-rock.
Dodici tracce di passione, di coraggio e di sudore, nonché distorsioni e ritmiche serrate che non disdegnano affatto i momenti più morbidi e più armoniosi, riuscendo, di conseguenza, ad amalgamare trame più raffinate e sonorità più grezze, tumultuose e frementi, contagiosa energia e la consapevolezza che non è sempre necessario correre a mille all’ora, ma è anche importante e giusto prendersi le proprie pause e i propri momenti di riflessione, andando, dunque, a rallentare le frenetiche pulsazioni del disco.
Queste canzoni permettono ai Delivery di spaziare, a proprio piacimento, nel nostro questo caotico e contraddittorio presente, ma anche di guardare, con vibrante eccitazione, a quello che resta l’accattivante, eroico, imprescindibile e prezioso passato dei Television e dei Wire, ma sempre, però, tenendo fede ad un approccio spontaneo, schietto, naturale e sperimentale alla propria musica. Un modo di suonare, di proporsi agli ascoltatori, di vivere la band e di non perdere la propria umanità che verrà, sicuramente, amplificato durante i concerti dal vivo, nei quali il gruppo australiano avrà, quindi, l’occasione di mostrare la propria luminosità e nitida identità.
Un’essenza concreta e riconoscibile che, in un’epoca di apparenze, di artefatti virtuali, di vacua formalità e di sovrabbondanti parole, parole alle quali non corrispondono, quasi mai, i fatti, è una qualità da custodire e da fissare a fuoco nel proprio dna sonoro. Ed ecco, dunque, che i Delivery ritornano sui passi leggendari e leggiadri delle stagioni trascorse, su un rock’n’roll battagliero, incalzante, selvaggio e tribale, che viene assimilato, assorbito e rielaborato, mettendolo al servizio di quelli che sono i nostri attuali conflitti, le nostre angosce e i nostri momenti di buio, mentre i corposi riff di chitarra, le improvvise pause, le successive ripartenze, le accelerazioni e le divagazioni melodiche provenienti da una dimensione acida e lisergica, ci aiutano a ritrovare il nostro equilibrio emotivo, le nostre imprevedibili e diverse personalità e la vera percezione della realtà che ci circonda, senza che altri si arroghino il diritto di farlo per noi.
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