Rendere, di nuovo, vivide e scintillanti le sonorità garage-rock primordiali, quelle degli anni Sessanta, in bilico tra acida psichedelia e divagazioni rock ‘n’ roll, è questa la strada scelta dai Mystery Lights; una strada innocente, una strada sincera, una strada appassionata, una strada intrisa di sogno americano; una strada che, pensavamo, potesse renderci migliori, liberarci delle scelte ingiuste del passato e restituire, a ciascuno, un futuro promettente.
Dunque, una visione sonora positiva, chitarristica e sensuale del mondo reale che, oggi, purtroppo, si scontra con tutto ciò sta, invece, diventando l’America, con le sue scelte reazionarie, con i suoi oscuri fondamentalismi, con il negazionismo climatico, con un grande, aberrante e mortificante dietro-front rispetto tutti i diritti civili conquistati negli anni passati, con un clima diffuso di odio, di intolleranza e di indifferenza rispetto chiunque osi provare a garantirsi un’esistenza in un paese che si professa ancora, beffardamente, terra promessa della libertà, della democrazia, del benessere, della sicurezza e della prosperità, mentre costruisce muri invalicabili, edifica barriere, teorizza differenze, elettrifica frontiere, sbarra le proprie strade con l’esercito, si barrica nei propri quartieri e riempie le proprie case di armi di ogni tipo.
E così “Purgatory”, sospeso tra ciò che eravamo un tempo, in un’epoca più spensierata e promettente, e ciò che siamo diventati adesso, cerca, disperatamente, l’anima che abbiamo barattato, spingendo le sue dodici tracce verso una dimensione ipnotica, ammaliante e ribelle e lasciando che le ritmiche del disco assumano una consistenza turbolenta e spigolosa, a tratti sghemba e discontinua, indagando nella memoria collettiva di una nazione e, contemporaneamente, nella coscienza individuale di ciascuno ascoltatore, nelle sue facili omissioni, nei suoi comodi assensi e nei suoi piccoli e grandi tradimenti, così da permettere a gente, come Mr Trump o Mr Musk, di ridurre, sempre più, quel sogno ad una buffa, minacciosa, arrabbiata, arrogante e contraddittoria caricatura.
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