La nostra felicità è come la sabbia che scivola nella clessidra, urlano, amaramente e dolosamente, gli Intermission. E, in effetti, viviamo, oramai, di momenti fugaci, di insoddisfazione, di istantanee che dimentichiamo immediatamente, di emozioni e di sentimenti assolutamente precari e temporanei, di finti castelli, costruiti sul bagnasciuga, che un mare, acido e inquinato, continua a far crollare.
Alcune volte la nostra risposta è un abuso mortale, altre volte una pericolosa e distruttiva iniezione di rabbia, altre volte ancora la brutale disillusione nei confronti di un mondo che, nonostante le promesse, nonostante gli slogan politici, nonostante il tanto decantato progresso, nonostante le apparenze, le macchine sofisticate e le intelligenze virtuali, resta un luogo profondamente sporco, cattivo, meschino, ingiusto e conflittuale.
Questo, in fondo, era quello che denunciavano, un tempo, band come i Dead Kennedys, i Germs, i Black Flag o i Sex Pistols, e questo è quello che accade ancora oggi e che influenza e ispira molte band che sono etichettate come post-punk. Ma, aldilà delle definizioni semplicistiche e puramente teoriche, la verità è che abbiamo, banalmente, ricoperto il feroce nichilismo della nostra società con uno strato dolciastro e nauseabondo di finto buonismo, di falsa tolleranza, di fasulla integrazione, di fraudolenta accettazione della diversità, ma sotto, sotto siamo sempre gli stessi ipocriti razzisti, gli stessi luridi fascisti, gli stessi dispotici e autocratici arroganti prepotenti, interessati solamente ai propri accumuli di potere, di ricchezze, di fama, di successo e di controllo.
E così le sonorità hardcore-punk della band americana si fanno sempre più crude e più dirompenti, più spigolose e più taglienti, esplodendo, come un incendio selvaggio, dentro e fuori di noi, travolgendo ogni tensione accumulata, ogni assurda nevrosi, ogni inutile attesa, ogni sciocca spiegazione, ogni immagine, ogni visione, ogni sogno, ogni passione ci venga, artificialmente e subdolamente, inculcata, mentre, nel frattempo, la polizia torna violentemente all’assalto, le frontiere vengono sbarrate, le banche e le multinazionali globalizzate continuano a infrangere le loro stesse regole, la macchina della tecnologia corre senza freni e le droghe invadono il nostro cervello, così come le menzogne invadono i nostri poveri e lacerati cuori.
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