Una lettura, intrisa di morbide e di ipnotiche sonorità pop ed alternative-folk, delle nostre debolezze e fragilità emotive, di tutti quei dolorosi, avvilenti e morbosi stati di angoscia, di vuoto e di solitudine che ci spingono, spesso, verso il pericoloso baratro della paranoia, della nevrosi e della estraneazione. Un male invisibile che, sovente, purtroppo, assume anche una vera e propria consistenza fisica e materiale, arrivando a causare gesti estremi, gesti ai quali è impossibile porre rimedio, come viene, musicalmente, narrato dalla sofferta e travagliata “Unravel”.
Un album che varca il confine effimero delle apparenze superficiali e dell’estetica virtuale, per guardare dentro ciascuno di noi, per analizzare il rapporto che abbiamo con noi stessi, con i nostri sentimenti, con le nostre passioni e con il nostro corpo, così da sottrarlo a quello che è un tossico e oppressivo schema di convenzioni, di maschere, di giudizi sommari e di assurde regole mediatiche, le quali non hanno nulla a che vedere con la realtà dei fatti, con la natura umana, con lo scorrere inarrestabile delle stagioni.
Dobbiamo accettare il fatto che anche la fine ha uno scopo, anche l’oscurità più feroce e famelica nasconde semi luminosi di rinascita nel suo grembo buio e soffocante; semi che l’artista italiana trasforma in un catartico percorso di guarigione sonora. Un cammino che è tanto personale, quanto collettivo, facendo sì che gli spazi estenuanti ed insopportabili dell’assenza diventino il luogo fantastico nel quale ogni persona che abbiamo perduto, ogni amico caro, ogni affetto prezioso possano, magicamente, ritornare ad esistere, mentre i ricordi, le esperienze e le storie condivise acquisiscono, a volte, una forma più melodica e riflessiva, altre volte una forma più seducente e magnetica, ma, in entrambi i casi, le loro vibrazioni acustiche e vocali oltrepassano il silenzio atroce della morte. “Everybody Dies”, “Be Like A Spider – She Said” e la conclusiva “Per Andrea, Per Sempre” riverberano, infatti, di armonie incoraggianti, di stupore mattutino, di mondi che si risvegliano, di persone che si conoscono, di lisergiche chitarre e di pianoforti suadenti, di equilibri sociali, affettivi e amicali che, nonostante le asperità del terreno emotivo sul quale, tutti noi, camminiamo, sono necessari per la salvaguardia della nostra salute mentale.
Comments are closed.