Tra le ombre, è qui che preferisce rimanere Amore. Quella storia della luce, del mostrarsi in pubblico, dello sfidare la cattiva sorte, del trovare, a tutti i costi, le rime e le note fatali, è solamente una sciocchezza. Amore, quello reale, è sporco e, spesso, anche spietato, ostinato, arrabbiato e crudele.
Certo, potresti fingere di essere un nuovo Romeo, magari una nuova Giulietta, ma, in realtà, si tratta, essenzialmente, di buoni affari, di catene d’oro e d’argento, di sconosciuti che stringono i loro patti utilitaristici, che versano le loro lacrime opportune, che trovano soluzioni condivise e convenienti e che, alla fine, raccontano le loro buone novelle, dalle quali, ovviamente, cancellano, puntualmente, la vergogna e la miseria, convinti che, tutti noi che ascoltiamo, siamo solamente dei poveri e sprovveduti ciechi, gente che, abituata alla perenne e famelica tempesta, nonché a lunghe stagioni di fame, di carestia e di siccità, scambierebbe qualsiasi menzogna per la promessa di un osso da rosicchiare.
Ma noi sappiamo benissimo quale sia il suono delle promesse infrante, è proprio identico a quello dei nostri pensieri e delle nostre idee, dei nostri sogni e delle nostre aspirazioni. Inginocchiarsi, pregare, chiedere qualcosa per sé, forzarsi di affidare il proprio futuro ad una divinità che, molto probabilmente, non esiste affatto e, quindi, stringere tra le braccia l’immagine di un uomo comune che, abbandonato e tradito, vilipeso e ingiuriato, picchiato e trafitto, sfruttato e consumato, accetta la sua infamante croce e diviene il nostro promettente Cristo. Un Cristo che, oggi, qualsiasi furbacchione invoca e ostenta per piegare la volontà altrui alla propria, perché questo Amore, in fondo, è solamente una trappola astuta.
Una bellissima scatola a forma di cuore, una scatola nella quale custodiamo consigli ed esempi, tutti gli impegni e i debiti che non avremmo mai voluto accettare, mentre le orchidee carnivore scavano a poco, a poco la carne e la memoria, in una interminabile attesa, ma, intanto, ogni nostra energia sarà stata accumulata, ogni nostra cellula nervosa sarà stata sfruttata, ogni muscolo sarà stato utilizzato per lavori, compiti ed incarichi che, altrimenti, se non fosse stato per la visione del ragazzo o della ragazza che amiamo, del Dio che preghiamo, della patria che serviamo, non avremmo mai eseguito.
Dimmi, stai bene? Certo, che stai bene. Tu pensi che il rumore che senti sia quello dei vostri battiti cardiaci in perfetta e radiofonica sincronia, ma, in verità, non sono altro che molle ed ingranaggi, leve e rotelle, pompe e contattori, relè e compressori, le camere stagne nelle quali esseri umani, nati liberi, finiscono per ritrovarsi vincolati ad amari e tossici lecca-lecca, nonché a confusi e sfiancanti snack relazionali, che, secondo antichissimi libri, misteriose profezie e attualissime teorie sociali ed economiche, trasformeranno quelle che sono lunghe, bellicose e lugubri attese in una scintillante e incantevole pioggia d’Amore.
Perché questo amore è, secondo i professori e gli scienziati, i poeti e i canta-storie, i musicisti e i politici, gli psichiatri e i filosofi, gli psicologi e i preti, soprattutto, una questione di indugi, di pause, di sospensioni e di tergiversazioni. Quanto a noi, dunque, non ci resta, allora, che attendere, sperare, credere, pregare, produrre, consumare e lavorare sodo. Non ci resta che fissare, pensierosi, la volta celeste; idealizzare il nostro passato; spendere i nostri soldi in inutili e costosi dottori; procurarsi delle ottime droghe; dare credito ad indovini e mercenari; trascurare i nostri amici, per poi piangerli solamente da morti; e produrre, alla fine, versi, parole, paragoni o frasi di dubbio valore artistico, fiduciosi che esse, chissà come, chissà perché, servano davvero a qualcosa.
Ma sarebbe indubbiamente meglio vederle bruciare, produrre luce e calore, illuminare il buio della notte, combattere il freddo gelido dell’inverno, perché solamente il fuoco, con la sua verità, la sua sincerità, la sua schiettezza e la sua purezza, potrebbe dare un valore reale e un significato accettabile a questo enorme e vano spreco di attese, di promesse, di pegni, di pause, di preghiere e di perfidi e abietti San Valentini.
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