venerdì, Febbraio 21, 2025
Il Parco Paranoico

Magazine: The Both Sides Of Punk

Mik Brigante Sanseverino Febbraio 18, 2025 Anniversari Nessun commento su Magazine: The Both Sides Of Punk

In verità, di post-punk se n’è sempre discusso, da anni, da quando, senza troppi giri di parole e senza inutili definizioni, si passava dalle atmosfere crepuscolari e darkeggianti dei Joy Division a quelle battagliere e funkeggianti dei Gang Of Four. Uno spettro espressivo davvero ampio, uno spettro sonoro di sensibilità, di racconti, di idee, di stili e di visioni diverse tra loro, tra le quali possiamo, senza alcun dubbio, citare anche i Magazine, band della quale la Virgin/Integral ha deciso, finalmente, di ripubblicare i quattro album originali, più una raccolta e l’album del ritorno pubblicato nel 2011.

Una band seminale, che debutta nel lontano 1978, con un disco scenografico e ancora attuale, “Real Life”, un disco essenziale ed emozionante, drammatico e divertente, che spinge la band inglese verso tonalità e sfumature gotiche e ombrose, ma anche verso atmosfere che risultano essere più morbide, più delicate, più stravaganti e melodiche, arrivando a toccare le trame di un pop acido, lisergico, versatile e tagliente, decisamente proiettato verso la new-wave berlinese, nonché verso quelle atmosfere poliedriche, romantiche e cariche di pathos e di nostalgia che avrebbero soffiato durante il successivo decennio.

Questa band, dunque, sospesa tra scintillante ironia e fosche tensioni, è inserita, a pieno, nel proprio contesto metropolitano e sociale, ma, allo stesso tempo, appartiene anche ad una dimensione aliena a qualsiasi confine territoriale, materiale, cronologico o istituzionale, riuscendo ad intercettare ed elaborare, nel proprio grembo musicale, quelle forze invisibili che, ancora oggi, sentiamo dentro di noi, nelle nostre coscienze intorpidite dalle piattaforme social, nei nostri caotici compromessi e nelle nostre pericolose omissioni.

E tutto ciò, in pochissimo tempo, perché i Magazine, già nel 1981, erano, praticamente, giunti al termine del loro fugace e fulmineo viaggio. Un percorso rapido che, però, in pochi anni, li portò a registrare quattro dischi differenti tra loro, nonché ad entrare nell’immaginario collettivo di diverse generazioni di ascoltatori ed appassionati, di vivere e consumare la leggendaria epopea punk-rock e fluire, con naturalezza e creatività, nel reame fantastico, bizzarro, utopistico e decadente delle sonorità post-punk di matrice dark, senza mai perdere di vista la connessione con la realtà delle cose e, anzi, tentando di concepire trame musicali che contenessero, in sé, quei sorrisi e quelle aperture, quelle fragilità e quei pensieri, che, spesso, neghiamo a noi stessi e agli altri.

Il tutto avvenne senza mai prendersi troppo sul serio, senza finire stritolati da regole troppo stringenti o canoni stilistici obbligatori. I Magazine, infatti, mostrarono sempre di poter plasmare la narrazione a proprio piacimento, perché, in fondo, è anche questa l’anima del punk, e loro furono, appunto, del tutto in linea con questo contesto sociale così sprezzante, eclettico e ribelle, consci del sound dei Buzzcocks, dei quali il cantante Howard Devoto era stato uno dei fondatori, ma anche della sfrontatezza e dell’irriverenza dei Sex Pistols, delle aperture elettroniche e dance dei Public Image Ltd o della dimensione tenebrosa, audace, spiritosa e oscura dei Damned o di Siouxsie And The Banshees.

Non avevano bisogno di definizioni e, in fondo, nessuna band ne ha mai avuto davvero bisogno, basterebbe semplicemente comprendere e riflettere su quello che esse hanno attorno, sui fatti e sugli eventi che le hanno colpite ed influenzate, sulle immagini e sulle pagine di letteratura o di poesia che le hanno ispirate. Libri, film e dischi, come questo “Real Life”, che resteranno, per sempre, vivi e reali dentro di noi; potremmo percorrerli in un senso o nell’altro, potremmo scoprirne tesori ancora nascosti, potremmo, persino, trovare un motivo che ci permetta di uscire dalla virtualità delle nostre esistenze, l’importante, però, è farlo con naturalezza, senza prendersi troppo sul serio, senza cercare di apparire diversi, senza negare i propri sentimenti e le proprie passioni, senza convincersi di dover seguire, necessariamente, orme che, probabilmente, sono inadatte ai nostri passi.

Lasciamo, dunque, che siano i passi a tracciare il cammino.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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