Una composizione elettronica oscura e sperimentale, ideata per una installazione artistica, che si sovrappone, in maniera minacciosa ma, allo stesso tempo, anche sensuale, ai nostri ritmi esistenziali, sia a quelli più frenetici e caotici delle nostre vite lavorative, affettive, relazionali e sociali, sia a quelli, più silenziosi, connessi alla nostra individualità, ai nostri veri bisogni, ai nostri ricordi, ai nostri sentimenti più intimi ed inconfessati.
Un unico brano che si dilunga, per più di venti minuti, tra riverberi e synth, a volte in modo più armonioso e lineare, altre volte in modo più balbettante e dissonante, in una sorta di mini-album avanguardista che tesse le sue trame e i suoi inviluppi strumentali nello spazio libero e incontrollato della nostra immaginazione e del nostro inconscio più onirico e crepuscolare, mentre improvvisi e accattivanti ronzii elettrici si manifestano alle soglie della nostra mente razionale e competitiva, ridestandola dallo stato di torpore tecnologico e mediatico che le impediva di assimilare, riconoscere, valutare ed apprendere i fatti per quel che essi sono realmente, in tutta la loro ipocrita miseria, in tutta la loro bestiale follia, in tutta la loro inutile violenza.
L’artista austriaco, però, tenta, suo malgrado, di non smarrire la rotta, di non perdersi nel substrato malvagio di menzogne che ricopre l’essenza più profonda e sfuggente del nostro mondo, accordandosi con quello che è l’intento supremo dell’arte, sia essa immagine o suono, simbolo o parola, forma o sostanza, futuro o passato, ossia quello di riportare l’equilibrio, la concordia, la meraviglia, il ritmo e le pulsazioni della vita reale laddove, oggi, tutto sembra sia già stato deciso e previsto. Ed, intanto, il brano si spinge in un territorio sonoro più contiguo e prossimo al noise-rock, così da sorprenderci e, contemporaneamente, da trasportarci, in modo deciso, verso il momento nel quale le fluttuazioni, più lente e meditative, di matrice dark-ambient prenderanno, nuovamente, il sopravvento e libereranno le nostre più fragili e represse emozioni ad ogni cielo notturno, ad ogni trepidante attesa dell’alba, ad ogni nuovo e speranzoso inizio.
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