Energie oscure, magma psichedelico e riverberi hard-rock, provenienti da un leggendario, spensierato, ispirato, superbo e magico passato, si intrecciano con l’aggressività, rabbiosa, disumana e funesta, dei tempi moderni e con la precarietà fuggente delle nostre esistenze terrene, mentre nubi, cariche di fuzz tempestosi, di ritmiche martellanti e di chitarre distorte, si addensano, tumultuose e disincantate, sulle nostre fameliche e fasulle rappresentazioni virtuali di vita vissuta, facendo sì che l’incantesimo, artificiale e maligno, finalmente, si spezzi e le trame metalliche, doom e stoner-rock di “Kryptonomicon” prendano il sopravvento musicale, formale e sostanziale, liberandoci da ogni falsa chimera digitale, da ogni superfluo rivestimento sintetico e da ogni capricciosa, paradossale, smaniosa ed ipocrita velleità materiale.
Sette sigilli sonori che rivitalizzano e ridefiniscono le atmosfere sabbathiane, cupe e malinconiche di un rock blueseggiante che non si era assolutamente estinto o consumato, intrappolato, per sempre, in un lontano decennio del secolo scorso. Anzi, la sua vitalità aveva, semplicemente, iniziato a scorrere lungo le traiettorie nascoste, oblique, ancestrali e viscerali delle nostre coscienze, laddove il tempo segue evoluzioni non lineari e le vibranti e massicce armonie della band norvegese arricchiscono di una pressante consistenza strumentale i nostri disagi quotidiani, le brucianti urgenze che ci spingono a cercare strade alternative, le necessità che ci spronano a scappare da quelle che sono, sempre più, delle scelte assurde e sconvolgenti, nonché delle storie di morte, di abbandono, di follia e di incubo.
Incubo che, oramai, è divenuto reale e che possiamo vivere ed osservare, assaporare e subire, ogni giorno, attraverso gli schermi luminosi che rapiscono ed ipnotizzano i nostri occhi, i nostri cuori e le nostre menti e che consentono, purtroppo, a forze rapaci e predatorie di irrompere, con violenza ed arroganza, nelle nostre abitudinarie, comode, tossiche, morbose ed infettate narrazioni domestiche.
Intanto sofferenze vere, distruzioni vere, rovine vere, stragi vere, si susseguono senza sosta e ci proiettano verso un futuro che assume i contorni di un mondo desolato ed apocalittico, un mondo dal quale i Kryptograf ci mettono in guardia e lo fanno con le loro nostalgiche divagazioni progressive-rock, con i loro groove minacciosi, con le loro armonie visionarie, con i loro orizzonti fiammeggianti, rammentandoci che possiamo volgere la nostra passione altrove, ovvero alla sperimentazione, alla conoscenza, alla scoperta, alla contaminazione, alla pace, all’armonia e alla sintesi di antico e di moderno.
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