In espansione, verso un nuovo attraente e ipnotico orizzonte di matrice psichedelica e krautrock, è questa la dimensione sonora e sensoriale della band romana.
In un’epoca che vuole che ogni dettaglio e ogni aspetto delle nostre esistenze sia immediato, urgente, transitorio e frenetico, questi viaggiatori cosmici esprimono sé stessi, le proprie percezioni, i propri sentimenti, le proprie attitudini, le proprie idee e la propria musica in maniera aperta, osmotica, eterogenea e liberatoria, senza porvi alcun restrittivo, aberrante e claustrofobico limite spazio-temporale e senza farsi influenzare dalle richieste, dalle necessità e dalle esigenze di un modello economico globalizzato che premia tutto quello che può essere consumato nel brevissimo periodo, tutto quello che può essere assaporato frettolosamente e che, quindi, altrettanto freneticamente, può essere sostituito, messo da parte o gettato via.
La formula dei Neoprimitivi si rifà, invece, alla lezione sonora del rock strumentale, progressive ed avanguardista del passato, spingendosi ben al di là di ciò che è unicamente mondano, frivolo, festaiolo ed assolutamente prevedibile e temporaneo, e presentandosi come un corpo alieno, come una primitiva, bizzarra, stravagante, fantastica e singolare creatura sonora, che non segue le tendenze attuali, iper-commerciali, superficiali e algoritmiche, della musica contemporanea italiana e mondiale, ma predilige scrutare destini, pianeti, costellazioni, narrazioni, emozioni, corpi e menti che sono ancora avvolte nell’ombra, nel mistero e nelle molteplici domande che, noi stessi, rivolgiamo ad un domani che ci auguriamo possa essere migliore. Ma, purtroppo, nonostante le fiduciose, catartiche ed ammalianti divagazioni cosmiche del gruppo italiano, è evidente la minaccia concreta che abbiamo davanti a noi, rappresentata sia da intelligenze artificiali sempre più sofisticate e complesse, che da armi sempre più distruttive e potenti, soprattutto se esse vengono messe a disposizione di quelli che sono gli antichi, bestiali e violenti istinti predatori che risiedono, da sempre, nell’animo umano.
Ma “Orgia Mistero” sceglie, nonostante le prospettive maligne in perenne agguato, un percorso costruttivo di scelte espressive e musicali, un percorso di ricerca nel quale le energie pinkfloydiane si intrecciano con le influenze di stampo classico e jazzistico della band, sovrapponendo, di conseguenza, tradizione e innovazione, rumore analogico e fluttuazioni elettroniche e dando vita a quello che è un procedere concreto di azioni e di intenti, che, attraverso i suoi diversi movimenti sonori, proietta il passato sul presente e, successivamente, il presente sul futuro collettivo dell’umanità, un futuro che è meglio affidare a quel folle e prezioso asteroide portatore di vita, di musica, di coraggio, di positività.
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