In quest’album i luminosi e scintillanti riverberi onirici dei Neko At Stella vengono oscurati, intossicati ed avvelenati dalla dirompente e violenta devastazione che caratterizza la nostra piatta quotidianità e dalla frammentazione che risucchia tanto le nostre fragili, piccole e precarie coscienze individuali, quanto, soprattutto, la coscienza collettiva di una società che non è più in grado di costruire e di proporre i propri ideali e i propri visionari ed alternativi scenari futuri.
E’ tutto un guardarsi pericolosamente indietro, un rimescolare nel torbido, un richiamo al fascino, famelico e maligno, di antichi ed abietti fantasmi; fantasmi che non avremmo mai pensato di dover affrontare anche in questo nuovo millennio. Tutto ciò conduce le sonorità della band toscana verso atmosfere, di matrice stoner-rock, più contorte, più cupe e più inquietanti, cariche di veemente tensione e di improvvisi bagliori d’indole post-grunge, che sospingono questi otto brani verso una dimensione drammatica e metallica, caratterizzata da un crescendo di progressioni magiche, le quali evocano la grandezza epica del passato, senza, però, mai smarrire il contatto con questo folle, contraddittorio, bellicoso e, per certi versi, surreale presente.
Una musica che ha un cuore pulsante e blueseggiante, ma che non può concedere nulla alla malinconia, perché è consapevole del punto di non-ritorno al quale siamo, oramai, giunti, nonché degli spazi di bellezza, di verità e di umanità ai quali abbiamo, purtroppo, stupidamente, rinunciato, preferendo un mosaico di nubi radioattive e di città abbandonate, di macerie fumanti e di rovine silenziose. Ed, intanto, le chitarre distorte ci rammentano il viaggio psichedelico attraverso una civiltà annichilita dai droni, dai missili e dalle bombe, una civiltà che si crede ancora invincibile ed immortale, ma che, in realtà, è già deceduta da un pezzo, mentre la batteria intona i battiti del suo cuore, sempre più debole e sempre più stanco, e i suoni sembrano consumarci dall’interno, proiettandoci dinanzi ad una stella morente, nello spazio più profondo ed ignoto della galassia, laddove il caos si trasforma in un tripudio magnetico ed accattivante di feedback e di domande senza risposta, di dissonanze e di promesse, di suoni taglienti e di ricordi.
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