lunedì, Aprile 14, 2025
Il Parco Paranoico

Whispers In The Speech Machine, The Laughing Chimes

C’era un tempo nel quale le persone sognavano liberamente, avevano il tempo di pensare, di cercare, di conoscere e di apprendere, di non essere strattonate, continuamente, in una direzione piuttosto che in un’altra e di sentirsi soddisfatte ed appagate.

C’era un tempo nel quale echeggiavano le tastiere ed i synth, mentre i bassi e le batterie costruivano le loro minimali, accattivanti ed incalzanti sezioni ritmiche, sulle quali le chitarre costruivano le loro narrazioni umane e sonore, di ispirazione metropolitana, più o meno oscure, più o meno claustrofobiche, più o meno impegnate. Questi paesaggi musicali, appartenenti ad un mondo che ormai non esiste più, sospesi tra atmosfere dark ed alternative-folk, adagiati su periferie post-industriali che, allora, potevano essere ancora considerate un punto d’incontro e di confronto e non solamente tossici, aridi e paranoici deserti di dipendenza, di sopraffazione, di umiliazione e di degrado, ritornano a respirare, con pulsante nostalgia, nelle otto canzoni di “Whispers In The Speech Machine”.

Un disco denso di ricordi passati, di panorami sfumati, di orizzonti avvolti dalla nebbia e dal mistero, che resta in bilico tra l’attaccamento alle proprie origini, a ciò che consideriamo la nostra naturale casa, e la voglia di evadere, di scoprire, di oltrepassare i confini che ci hanno mostrato come sicuri e di fuggire verso altri territori emotivi, artistici, individuali e collettivi, mentre i singoli brani tentano di trovare un equilibrio tra la rassicurante e morbida dimensione jangle-pop e un approccio sotterraneo, sfuggente e catartico alla musica e alla vita, che li spinge verso sonorità più trepidanti, di matrice gothic-rock ed indie-rock. Ed alla fine del viaggio la band americana si ritrova in una vera e propria casa infestata, in quella che, però, è solamente una visione, un miraggio, una malinconica reminiscenza di un luogo che non esiste più, offrendo, quindi, attraverso la propria musica, una dimora e uno spazio espressivo a quei fantasmi che, proprio come i nostri sentimenti e le nostre emozioni, sono rimasti privi di un posto e di un contesto nel quale esistere, risuonare, essere riconosciuti e mostrare sé stessi.  

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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